Nel settore infermieristico nella provincia di Cosenza si profila una crisi senza precedenti. Fausto Sposato, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche, ha sollevato il velo su una serie di gravi problematiche che stanno mettendo a dura prova il settore. Carichi di lavoro eccessivi, carenza di personale e episodi di aggressioni al personale sanitario hanno portato gli infermieri dell’intera provincia di Cosenza a insorgere. In questo contesto critico, Sposato non solo ha lanciato un pressante allarme, ma ha anche presentato proposte innovative per migliorare la sicurezza e l’efficacia dell’assistenza sanitaria nella regione. Tra i punti critici trattati emergono la preoccupante carenza di personale infermieristico, il rischio elevato di aggressioni al personale sanitario, e la necessità di garantire maggiore sicurezza e garanzie sul luogo di lavoro. Sposato ha inoltre sottolineato la possibile riorganizzazione delle risorse nelle ambulanze del 118, suggerendo un ruolo più centrale per gli infermieri. Questi temi, affrontati con chiarezza e urgenza, delineano una situazione complessa che richiede azioni immediate per migliorare la qualità dell’assistenza e la sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori sanitari. Uno dei problemi principali evidenziati riguarda la questione delle risorse e la loro esiguità. L’attuale carenza di personale infermieristico è un tema delicato che mette a rischio la sicurezza dei pazienti. La presenza limitata di infermieri dedicati all’assistenza comporta un aumento significativo del rischio per i pazienti, con un rapporto infermiere-paziente che, in alcuni casi, raggiunge livelli allarmanti, come uno su diciotto in Calabria. Questa situazione, secondo Sposato, contribuisce a un aumento del 10% della mortalità nella provincia di Cosenza, superando la media nazionale. Un problema che non riguarda solamente la provincia di Cosenza, ma coinvolge l’intera Calabria, con un rapporto infermiere-paziente che è il triplo rispetto alla media europea. Questo fenomeno è particolarmente evidente sul versante Ionico e del Pollino, coinvolgendo aree come Corigliano Rossano e Castrovillari. I reparti di urgenza e il Pronto Soccorso, insieme al servizio 118, sono stati identificati come settori critici, rappresentando il fronte principale di gestione delle emergenze sanitarie.
Aggressioni, gli infermieri «sono stanchi»
Nelle ambulanze del 118 non c’è bisogno del medico
Affrontando la questione delle ambulanze del 118, emerge la prospettiva che la presenza di un medico a bordo potrebbe non essere necessaria, privilegiando invece il ruolo dell’infermiere. «Nel contesto specifico, afferma Sposato, consideriamo un infermiere con una specializzazione post base. Sulle postazioni mobili delle ambulanze del 118, potrebbe essere plausibile sperimentare un approccio in cui la presenza del medico non sia essenziale, ma sarebbe auspicabile. Tale approccio potrebbe condurre a risultati soddisfacenti, come dimostrato da un feedback positivo in altre regioni in cui è stato sperimentato. Tuttavia, la questione fondamentale rimane la gestione delle risorse umane: trovare, assumere e stabilizzare il personale, un dilemma centrale nel panorama sanitario. L’idea qui avanzata suggerisce che l’ambulanza potrebbe funzionare efficacemente anche senza la presenza obbligatoria del medico. Questo approccio è stato sperimentato con successo anche in altre regioni.