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Emergenza rifiuti. Dema Calabria: La Regione tentenna, urge una rivoluzione

Reggio Calabria – Mentre l’emergenza rifiuti continua a perdurare, mentre gli ATO si rivelano totalmente inadeguati a gestire il comparto, mentre i sindaci si dividono fra quelli che cercano di fronteggiare e quelli che disertano le sedute sistematicamente, non abbiamo ancora un assessore regionale e una task force a più un mese dalle elezioni che possano affrontare di petto la situazione. La politica cincischia laddove c’è bisogno di risposte immediate e di soluzioni lasciando sulle spalle dei territori il peso di un sistema non funzionante e di enti locali in difficoltà, costretti con triste regolarità a sospendere i conferimenti e a rinegoziare al rialzo le tariffe.

Non possiamo non cogliere lo spunto lanciato dall’assemblea regionale dei movimenti per il bene comune che si è tenuta a Trebisacce qualche settimana fa di una rivoluzione nel campo della gestione che preveda consorzi fra comuni in grado di gestire il ciclo dei rifiuti sul proprio territorio attraverso aziende pubbliche e autonome, al riparo da qualsiasi interesse speculativo. I territori devono trasformare e smaltire ciò che loro stessi producono, in un’ottica circolare di interventi pubblici trasparenti. Una riforma di questo tipo eviterebbe tutto il sistema emergenziale di fatto minando alla radice le basi di quella gestione fatta di allargamenti di discariche, nuovi impianti, idee folli come quelle di Marcellinara o come quella di Rende, dove la maggioranza comunale si è espressa a favore di un termovalorizzatore. Idee fresche e nuove di un ventennio fa che, come al solito, con la scusa dell’emergenza mirano a non risolvere il problema e a generare profitto per gli imprenditori dell’immondizia. Che, per inciso, ad oggi dall’ATO Cosenza con il contratto stipulato a febbraio solo nel 2020 guadagnano più di sei milioni di euro, pagati dai calabresi. Ci poniamo sin da subito di fianco ai cittadini di Rende e del comprensorio la cui salute viene messa in pericolo da quelli convinti che “i rifiuti possono produrre ricchezza” (Comunicato stampa).

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