E’ oramai muro contro muro tra Pd e sindaco Mascaro. La questione è politica. E’ a rischio l’alleanza, non tanto su ragioni di merito quanto su basi si poltrone da occupare. Il solito “manuale Cencelli” rispolverato da chi batte cassa in base alla dote portata in sede di campagna elettorale. D’altronde in politica contano i numeri, anche se spesso sporchi o infangati dal vecchio fenomeno del voto di scambio. Sul punto tra l’altro, giace una denunce querela presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari dei cui esiti al momento non si ha traccia. Il sindaco Mascaro è stretto in una morsa: da un lato il Coraggio di Cambiare che rivendica maggiore visibilità rispetto agli accordi stabiliti, dall’altro quell’area del Pd rimasta fuori, ben agganciata ai vertici regionali. In particolare quella di Antonio Micciullo tra i più votati in assoluto. Il giovane Dem avrebbe dovuto vestire i panni di “numero due” della giunta Mascaro, poi supplito dall’attuale Aldo Zagarese. Il primo cittadino ebbe modo di chiarire pubblicamente che sarebbe stata sua intenzione nominarlo come “vice”, se solo Micciullo avesse risposto al telefono. Vera o no questa tesi, fatto sta che l’area Magorno è fuori. E’ pur vero, tuttavia, che il segretario Magorno brilla per latitanza sulle problemiche che attanagliano la città ( ex tribunale, sanità, infrastrutture, mobilità pubblica) per poi risvergliarsi solo quando c’è da far cadere una giunta o rivendicare spazi nell’esecutivo. Nelle ultime ore è la segreteria provinciale del Pd ad alzare la voce (Luigi Gagliardi e Amedeo Valente) i cui componenti non sono affatto disponibili ad accettare lezioni di stile dal primo cittadino rossanese “che si ostina a tenere in vita una Giunta frutto di una visione politica opaca, trasversale e priva di un progetto di crescita e di sviluppo della città”. Ad affermarlo sono i componenti della segreteria provinciale del Pd Cosenza (Luigi Gagliardi e Amedeo Valente), che rinnovano la necessità di giungere all’azzeramento della giunta ed avviare un’azione di vera agibilità democratica. I due componenti della segreteria provinciale non si soffermano solo sulle analisi, ma vanno ben oltre. Chiama in causa il segretario provinciale della federazione cosentina Luigi Guglielmelli, perché lo stesso si faccia carico della presunta distorsione in atto a Rossano attraverso un forte e deciso intervento. Insomma spira aria di profonda crisi nel partito. Mascaro d’altronde non è un tipo che si lascia tirare facilmente dalla giacca, seppure apparentemente figura di equilibrio e moderata. La dura frizione storica, parzialmente rientrata, con il presidente nazionale del Cci nonché Consigliere regionale Giuseppe Graziano dà un’idea della tipologia caratteriale dell’uomo “Mascaro”. Una personalità pronta ad ascoltare, talvolta, anche a rivedere le proprie posizioni ma senza arroganza, prepotenza e/o minacce di qualsivoglia tipo. L’amministratore, in sede di consiglio comunale, non perse tempo nell’annunziare tempo addietro un suo comizio pubblico nel caso di ricatti o ingerenze che possano turbare l’andamento naturale del mandato. Chiede quindi, rispetto delle posizioni, indipendenza ed autonomia nelle decisioni. Di rimpasto o di azzeramento dell’esecutivo se ne parla da più tempo. Al momento è vacante la delega ai lavori pubblici. La Giunta è in vita da meno di un anno, poco per poter giustificare un azzeramento basato sul merito dell’azione amministrativa. Per Mascaro sarebbe come sconfessare se stesso. A meno che i “ribelli” non riescano a dimostrare, carte in mano, i limiti dei singoli assessori che dovrebbero pagare pegno.