L’ipotesi di nuove tariffe doganali da parte degli Stati Uniti rischia di colpire duramente il settore agroalimentare italiano. Secondo Coldiretti la decisione potrebbe avere conseguenze negative non solo per i produttori italiani, ma anche per i consumatori americani e per gli stessi agricoltori statunitensi. «Se Trump introduce i dazi, l’impatto sarà pesante su tutta la filiera agroalimentare italiana», spiega Antonino Fonsi, presidente di Coldiretti Rossano. «Non si tratta solo di una questione di esportazioni, ma di un problema globale che colpirà anche il mercato americano».
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Lavoro e diplomazia per scongiurare la crisi
Per prevenire il problema, Coldiretti sta portando avanti un’azione diplomatica con le principali associazioni di categoria americane. «Il nostro presidente Prandini ha già avviato un dialogo per evitare che i dazi entrino in vigore. Serve una strategia condivisa per proteggere il settore». L’agroalimentare italiano ha già subito le conseguenze di misure protezionistiche nel passato. Le tariffe introdotte durante la precedente amministrazione Trump hanno causato una riduzione delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti. Secondo Coldiretti, tra il 2019 e il 2020 il mercato ha subito cali significativi: Frutta: -15%, Carne e prodotti ittici lavorati: -28%, Formaggi e confetture: -19%, Liquori: -20%, Vino: -6%
Export a rischio: quali prodotti subiranno le conseguenze
Se i nuovi dazi dovessero entrare in vigore, i prodotti più colpiti sarebbero quelli simbolo del Made in Italy. Formaggi, vino, pasta e salumi sono tra le categorie più esposte, con possibili ripercussioni su tutta la filiera produttiva. «Oltre a danneggiare l’Italia, i dazi potrebbero innescare una reazione dell’Unione Europea, con nuove restrizioni sulle importazioni di prodotti statunitensi», avverte Fonsi. «Questo potrebbe colpire l’agricoltura americana, creando un danno reciproco.»
Un problema che riguarda anche gli USA
L’eventuale applicazione di tariffe doganali non penalizzerebbe solo l’Italia. Anche gli agricoltori americani potrebbero subire le conseguenze delle possibili contromisure dell’Unione Europea. Uno studio della Commissione Europea stima che l’eventuale risposta dell’UE potrebbe incidere su circa mezzo miliardo di euro di esportazioni agroalimentari statunitensi. Tra i prodotti più a rischio ci sono yogurt, burro, birra, cereali e carne. «Non è solo un problema nostro», aggiunge Fonsi. «Per questo stiamo cercando un confronto diretto con le associazioni agricole americane per trovare una soluzione condivisa.»
Verso una strategia comune per tutelare il settore
Per contrastare la minaccia dei dazi, Coldiretti e Filiera Italia stanno lavorando a una strategia diplomatica basata sul dialogo con le istituzioni e le controparti americane. L’obiettivo è garantire condizioni di mercato più stabili e proteggere il settore agroalimentare da nuove barriere commerciali. L’iniziativa si inserisce nel quadro delle discussioni avviate durante il G7 agricolo di Siracusa, dove è stata ribadita l’importanza di un commercio internazionale equo e basato sulla reciprocità.
Quali prospettive per il futuro
Il settore agroalimentare si trova ad affrontare una fase delicata. Oltre all’incertezza sulle politiche commerciali internazionali, i produttori devono fare i conti con l’aumento dei costi di produzione e con le difficoltà legate alla concorrenza globale. L’ipotesi di nuovi dazi rischia di rendere ancora più complessa la situazione, spingendo verso un mercato meno aperto e con conseguenze negative per tutta la filiera. «Non possiamo permetterci di restare fermi», conclude Fonsi. «Servono azioni concrete per garantire un futuro stabile al nostro settore e proteggere il lavoro di migliaia di agricoltori italiani». Il dialogo tra Italia e Stati Uniti resta aperto, ma la preoccupazione è alta. Le prossime settimane saranno decisive per capire se il rischio dei dazi diventerà realtà o se si riuscirà a trovare una soluzione condivisa per tutelare il commercio agroalimentare internazionale.