Sulla vertenza ex LSU-LPU torna a sollevarsi la protesta per la mancata applicazione dell’accordo quadro siglato il 14 marzo 2022 tra Regione Calabria e organizzazioni sindacali. A sollevare la questione è stato il consigliere regionale Davide Tavernise (M5S), che in un’interrogazione ha chiesto chiarimenti sul rispetto degli impegni assunti.
La risposta ufficiale della Giunta regionale, giunta a seguito dell’interrogazione, ha confermato le preoccupazioni già espresse da tempo: l’accordo non è stato rispettato e le risorse promesse per l’aumento delle ore contrattuali dei lavoratori non sono state impiegate come previsto.
Una situazione definita grave e contraddittoria, soprattutto alla luce del fatto che l’accordo era stato firmato dallo stesso presidente Occhiuto. La Giunta, però, ne ha dichiarato oggi la natura “non vincolante”, prendendo formalmente le distanze da un impegno considerato da molti come decisivo per la stabilizzazione dei lavoratori.
Preoccupa, inoltre, il taglio delle risorse previsto nei prossimi anni: oltre un milione di euro in meno per il 2024 e più di quattro milioni per ciascuno degli anni successivi. Una scelta che rischia di compromettere i già fragili equilibri finanziari dei Comuni, in particolare quelli montani, lasciando i lavoratori in una condizione di precarietà e incertezza.
Viene anche evidenziata l’assenza di misure di mobilità intercomunale, che avrebbe potuto migliorare la distribuzione del personale.
Dal Movimento 5 Stelle si chiede ora alla Regione di tornare sui propri passi: non si tratta – viene ribadito – di concessioni, ma del rispetto di un diritto sancito da un accordo ufficiale.