Corigliano Rossano– E’ davvero sconfortante il livello qualitativo e professionale dell’informazione in Italia. Giornalisti assoggettati alle volontà di poteri ben definiti, lontani dall’interesse generale, vicini a quelli di nicchia. Non è altrimenti pensabile come in questi lunghi sei anni dalla chiusura del tribunale di Corigliano Rossano gran parte delle testate giornalistiche non abbia mai inteso soffermarsi sulle falsità, sulle omissioni, sulle bugie e sugli abusi che persistono dietro quella ingiustificata, anche sul piano formale, soppressione. Come gruppo spontaneo il GAV, mediante il proprio ufficio stampa, ha sempre rendicontato su quanto è avvenuto e continua ad accadere attorno a questa singolare vicenda attraverso la diffusione di appositi comunicati stampa, tutti puntualmente censurati dai media nazionali. Eppure, sono state fatte gravi denunce, anche circostanziate, depositate a suo tempo presso le procure di Salerno e di Roma; sono stati depositati precisi dossier presso le più alte cariche dello Stato; sono stati messi in evidenza tentativi di brogli sottolineati dal senatore Enrico Buemi quando parlava di “carte false”. E’ di estrema attualità la circostanza secondo la quale nel 2012 alte cariche istituzionali dichiaravano nei verbali che l’attuale tribunale di Castrovillari era in grado di ospitare l’ex circoscrizione di Corigliano Rossano mentre ora si è dato incarico a un professionista chiamato a elaborare una soluzione per gli spazi ritenuti incapienti. Contraddizioni che contengono un falso, dichiarato o al tempo o oggi e su cui è calato un vergognoso silenzio. Nessuno mai ha inteso fare piena luce su quanto accadde in una sola notte quando si decise di tenere in vita piccoli tribunali in centri di appena 20mila abitanti (Paola e Castrovillari- si precisa che il Gav è contrario ad ogni chiusura di tribunali in Calabria) e di chiuderne uno che oggi ospita la prima città della provincia di Cosenza, Corigliano Rossano. Su tutto ciò la stampa nazionale (alcuni settori) tace, ma trova il tempo per elogiare l’ex Ministro della Giustizia Orlando e dare contro all’attuale Guardasigilli Bonafede intento a dare attuazione al contratto di programma che prevede la riapertura dei tribunali minori. Più passa il tempo più si ha piena consapevolezza della presenza di gruppi di potere ben consolidati, che trovano attuazione in comparaggi di basso profilo. L’Italia ha bisogno di cambiare, moralizzare la vita pubblica, combattere la corruzione interna alle istituzioni e alla burocrazia. Il GaV stigmatizza e prende le distanze dall’articolo pubblicato in queste ore su panorama.it a firma di Maurizio Tortorella, elogia la riforma giudiziaria e nel suo anomalo elenco cita dei trenta soppressi solo tre presidi tra cui quello di Rossano definendolo minuscolo. E invece quello di Paola attualmente in vita come lo vogliamo ritenere? Maxi tribunale? All’ignoranza mista alla malafede non c’è mai limite. Disconosce l’articolista che sta parlando di una città (Corigliano Rossano) di 80mila abitanti, dimostra gravi carenze di conoscenza territoriale in materia di cognizione geografica, viabilità e mobilità pubblica. E un giornalista, come da prassi, prima di scrivere avrebbe l’obbligo di informarsi! Ma si sa, spesso si scrive dalle poltrone e sotto dettatura. Probabilmente l’articolista non sarà mai stato in Calabria, tanto meno in riva allo jonio cosentino. Si sarebbe accorto di molte cose: che per un cittadino di Longobucco arrivare a Castrovillari è un’odissea, tra andata e ritorno occorrono almeno 3 ore, con il sistema viario che tutti conoscono e che solo Tortorella non sa. E’ facile dare lezioni a distanza, o da dietro una scrivania, quando si ha tutto sotto casa, ivi incluso tribunale, corte d’appello, Tar, cassazione, etc etc. o avere grandi infrastrutture trasportistiche a disposizione. Prima di avventurarsi in certe valutazioni il Sig. Tortorella venisse in Calabria, nell’area jonico cosentina, a rendersi conto della realtà, che non è certo quella da lui descritta ma è quella che vive la gente, ormai lontana dallo Stato, dalle istituzioni e, soprattutto, da questo modo di fare informazione. Parla poi di aumento dei costi, nel caso di riapertura dei tribunali, senza sapere che dopo la soppressione del tribunale di Rossano le spese a carico dello Stato sono decisamente aumentate. Talune fonti riferiscono che talvolta le forze dell’ordine non hanno neanche il carburante per accompagnamenti coatti nel trasferimento di testi dalla città unica a Castrovillari. E’ il contesto in cui si opera da queste parti. Il personale in quota alla magistratura antecedente alla chiusura dei tribunali non è stato licenziato ma è in quota presso altri presidi di giustizia, ne consegue che non vi è un aumento di organico nel caso di riapertura ma si darebbe corso semplicemente a trasferimenti da una postazione ad altra.