È di pochi giorni fa l’assemblea, tenutasi in videoconferenza, del Comitato Nazionale dei Tribunali Accorpati (Comitato di Coordinamento Nazionale per la Giustizia di Prossimità) – che raccoglie le rappresentanze amministrative, forensi ed associative delle città sedi dei trenta Tribunali soppressi a seguito della riforma della geografia giudiziaria. Ma mentre le regioni di mezza Italia si stanno mobilitando per riaprire la partita e ripristinare i tribunali chiusi, nessuno sembra essere interessato alle sorti dell’ex tribunale di Rossano. Il Comitato nel comunicato diramato ha rappresentato alcuni punti chiave della vicenda, ormai noti e che manifestano come la riforma ha palesemente disatteso gli obiettivi che si era prefissata, come il risparmio di spesa (non avvenuto) e quello della maggiore efficienza della giurisdizione (quest’ultima venutasi invece ad ulteriormente congestionare presso gli Uffici Giudiziari accorpanti). Urge decongestionare gli uffici accorpanti, atteso che i tempi di risposta della Giustizia al cittadino si sono allungati, mentre è anche impellente l’esigenza di celerità e di vicinanza del Servizio Giustizia al cittadino, in uno a quella attinente alla sicurezza, porta a sollecitare una presenza ben più capillare di presidi giudiziari sull’intero territorio nazionale. Inoltre le condizioni di gran parte dei richiamati Palazzi di Giustizia sono decorose e possono implicare, per la loro piena funzionalità, l’impiego di fondi assolutamente limitati rispetto a quelli destinabili al Settore Giustizia secondo le ripartizioni di cui al Recovery Plan, nonché, come riferito al capoverso che segue, in virtù degli impegni di spesa cui sono disponibili le Regioni. Un quadro che ben rappresenta anche la situazione del territorio dell’ex tribunale di Rossano, ma che a differenza di altre realtà d’Italia vive una situazione di impasse istituzionale. Il Comitato Nazionale dei Tribunali Accorpati ha infatti rivolto un’istanza all’Esecutivo, al Parlamento e alle Regioni affinché sia dato corso ad ogni opportuno percorso legislativo finalizzato alla riapertura dei Tribunali che sono stati oggetto di soppressione in virtù della riforma della geografia giudiziaria. Altre regioni hanno già approvato il progetto di legge ed altre, in tal senso si stanno adoperando, purtroppo attorno alla possibilità di avere un tribunale nella terza città della Calabria vi è solo un silenzio assordante. Ancora una volta come Gav siamo qui a rivolgere un appello al Presidente della Regione, ai consiglieri regionali, ai Parlamentari eletti e al Sindaco di Corigliano Rossano di attivare tutte le procedure idonee affinché si possa rappresentare con forza e nelle sedi opportune la urgente e non più procrastinabile necessità di riaprire o, se si vuole, di istituire il tribunale della città di Corigliano Rossano (Comunicato stampa).