E’ stato ritrovato senza vita ieri mattina intorno alle 9 nei pressi della statale 263 nel Comune di Civita il corpo del giovane Andrea Falbo, di Cassano All’Ionio. Si era allontanato da casa martedì mattina, come di consueto per andare a lavorare per l’azienda agricola di famiglia. Non vedendolo rientrare a casa, nel pomeriggio la famiglia aveva provveduto a denunciarne la scomparsa alla tenenza dei Carabinieri di Cassano. Il furgoncino Fiat Doblò era stato ritrovato martedì pomeriggio nei curvoni della strada che costeggia le gole del Raganello. Il ritrovamento, dunque, ieri mattina. Il corpo senza vita del giovane bracciante agricolo è stato avvistato a quota 250 s.l.m. da un operatore del soccorso alpino civile della stazione Pollino in volo su un elicottero di Calabria Verde. Il corpo era posizionato nel bordo interno di un muro di contenimento al lato della strada. Presumibilmente cadutovi da una scarpata abbastanza ripida di circa trenta metri. Come sia caduto, e soprattutto perché, in quella scarpata è attualmente oggetto di accurate indagini di polizia giudiziaria condotte dai Carabinieri della Tenenza di Cassano. Il corpo di Andrea Falbo al momento dle ritrovamento presentava diverse escoriazioni, dovute alla caduta. Oltre a fratture al naso e a un polso. Ieri la Procura di Castrovillari ha disposto l’autopsia sul corpo del giovane bracciante. Autopsia che verrà effettuata questa mattina presso l’obitorio dell’ospedale civile di Castrovillari dal medico legale Walter Caruso. Dopo l’avvistamento del cadavere, un operatore del soccorso alpino della Guardia di Finanza e uno di quello civile si sono recati sul posto e sono iniziate le operazioni di recupero. I cui rilievi sono stati portati avanti dalla Guardia di Finanza. Mentre sul posto sono intervenuti i Carabinieri Forestali di Civita, oltre a quelli della Tenenza di Cassano. E il soccorso alpino sia civile che della Guardia di Finanza di Cosenza. L’operazione di recupero della salma è avvenuta intorno alle 11:30. Pare, da primissime indagini sul posto, che il decesso sia avvenuto circa dodici ore prima, in quanto il corpo era abbastanza freddo. Ma sulle reali cause che hanno provocato il decesso del giovane Andrea Falbo le indagini sono appena all’inizio. Non si esclude alcuna pista. Andrea Falbo potrebbe essere stato spinto? Ma se si, da chi? Difficile pensare a un suicidio. Il ragazzo non aveva mai mostrato segnali che possano far pensare a un gesto del genere. E poi vi è da indagare sulla presenza dell’auto in un posto diverso da quello dove poi è stato trovato il cadavere del giovane. Il riserbo sulle indagini condotte dai Carabinieri è molto stretto. Certo, si indaga anche sulla vita di Andrea Falbo. E sull’ambiente familiare. Qualsiasi indizio potrebbe essere utile. Dall’esito dell’esame autoptico di questa mattina mergeranno certamente nuovi elementi utili. Per essere andato sul precipizio di quel burrone, o c’è andato di sua spontanea volontà o c’è stato portato da qualcuno. Potrebbe essere stato addirittura narcotizzato. Ma chi avrebbe potuto fare del male ad Andrea? La sua morte potrebbe essere collegata all’omicidio di Pietro Armentano, avvenuto poco più di un anno fa? Per l’omicidio di Armentano, reo di aver rubato del carburante da uno dei mezzi parcheggiati nel piazzale davanti casa Falbo a Sibari, furono il fratello di Andrea e un altro cugino. Condannati, entrambi in primo grado per omicidio. Vendetta o cos’altro? Tutto questo è all’esame delle forze di polizia giudiziaria. Una morte, quella di Andrea Falbo, certamente non casuale. Qualcosa è successo. Si cerca di capire cosa.