La procura di Castrovillari ha chiuso l’inchiesta sulle presunte false ricette mediche che nella fase delle indagini preliminari avevano coinvolto medici e farmacisti operanti in provincia di Cosenza. L’indagine, come si ricorderà, era stata portata a termine dai Carabinieri del NAS di Cosenza e del Gruppo Tutela Salute di Napoli con l’ausilio dei Carabinieri dei Comandi Provinciali di Cosenza e Crotone. Un giro d’affari, secondo l’ufficio direttivo coordinato dal procuratore capo Alessandro D’Alessio, che si aggirerebbe intorno al milione di euro
L’attività d’indagine era stata arricchita da una serie di intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, nonché servizi di controllo e pedinamento, che avrebbero permesso di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, compiuta mediante la redazione di presunte false ricette mediche relative a costose specialità medicinali, non collegate ad alcuna necessità terapeutica di ignari pazienti, a cui sarebbero state prescritte al solo scopo di percepire il relativo profitto grazie al totale rimborso delle spese da parte del Servizio Sanitario.
Secondo la procura di Castrovillari, uno degli indagati, un informatore farmaceutico, avrebbe indicato al medico di famiglia l’elenco dettagliato dei farmaci da prescrivere, secondo esigenze di profitto aziendale. Il medico, secondo gli investigatori aiutato dalla moglie, avrebbe provveduto a redigere le prescrizioni di farmaci concordate con l’informatore, attribuendole a suoi pazienti ignari, e le recapitava ai titolari delle presunte farmacie compiacenti, che provvedevano a rifornirsi dei farmaci. Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (c. d. “fustelle”) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni. Da questa presunta operazione illecita, il farmacista avrebbe avuto anche il vantaggio di incassare dal S. S. N. il prezzo pieno dei farmaci, anche costosi, quando in realtà li acquistava dall’azienda con sconti superiori del 45%.
L’ultima parte dell’attività illecita posta in essere dagli associati riguarderebbe le singole modalità di smaltimento delle centinaia di confezioni di farmaci che, ormai privi della “fustella”, non erano più regolarmente commercializzabili. Secondo gli investigatori, quando si trattava di polveri, liquidi o compresse di piccole dimensioni, i titolari delle farmacie si sarebbero disfatti dei medicinali gettandoli in scarpate o nei wc delle farmacie. Nella maggior parte dei casi invece, sarebbe stato il medico prescrittore, in prima persona o per il tramite dell’informatore farmaceutico, a gettarli tra i rifiuti indifferenziati.
False ricette mediche, i nomi dei 17 indagati
Nei giorni scorsi, la procura di Castrovillari ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari agli indagati. I professionisti che ora rischiano il processo sono: Raffaella Serenella Uridia Adami (difesa dall’avvocato Pasquale Marzocchi), Eduardo Aiello (difeso dall’avvocato Pietro Chiodo), Vincenzo Calabrò (difeso dagli avvocati Vanessa Calabrò e Domenico Antonio Rizzuto), Silvana Di Donato (difeso dall’avvocato Enzo Belvedere), Leonardo Fazio (difeso dall’avvocato Francesco Cornicello), Salvatore Fino (difeso dall’avvocato Francesco Cornicello), Emanuela Fino (difeso dall’avvocato Francesco Cornicello), Mario Fonsi (difeso dagli avvocati Luigi Malomo e Vincenzo Palopoli), Rosa Gabriele (difesa dagli avvocati Alessandro Rendace e Nicola Rendace), Gianpiero Garofalo (difeso dall’avvocato Caterina Celestino), Massimo Leporace (difeso dall’avvocato Francesco Chiaia), Santo Megna (difeso dagli avvocati Massimiliano Bianchi e Giovanni Ettore Sipoli), Mariagrazia Pedace (difesa dall’avvocato Caterina Celestino), Marilena Romio (difeso dall’avvocato Francesco Cornicello), Giuseppe Toteda (difeso dall’avvocato Giusy Acri) e Mario Veltri (difeso dagli avvocati Aldo Zagarese e Mariapaola Magliarella). Separate le posizioni di Sergio Cantafio e Petronela Blanariu. Il medico in un interrogatorio aveva spiegato le condotte assumendosi le sue responsabilità.
fonte Antonio Alizzi COSENZACHANNEL.IT