Il Tribunale del Riesame di Cosenza, in totale accoglimento delle richieste formulate dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, del medesimo Studio, ha annullato il sequestro di circa un milione di euro nei confronti del 46enne T.G., coinvolto nell’inchiesta “Farma Trash”. Nello specifico, è stato annullato il decreto, finalizzato alla confisca, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Castrovillari, con cui era stato disposto il sequestro preventivo di conti correnti, beni mobili registrati, beni immobili, titoli di credito fino alla concorrenza del valore di profitto ottenuto, secondo l’ipotesi accusatoria, attraverso gli illeciti contestati.
Secondo la tesi accusatoria, il meccanismo truffaldino sarebbe stato retto da una serie di prescrizioni di farmaci, mai richieste da alcun paziente, recapitate ai titolari delle farmacie coinvolte e ritenute compiacenti, i quali provvedevano a rifornirsi dei farmaci. Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (c.d. “fustelle”) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle false prescrizioni al fine di ottenere poi il rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale.
Nel decreto di sequestro preventivo, ora totalmente annullato dal Tribunale della Libertà di Cosenza, era stata evidenziata la necessità di bloccare conti correnti, denaro, beni immobili ed ogni altra utilità riconducibile agli indagati, data la particolare spregiudicatezza e capacità criminale dei soggetti coinvolti, la loro dedizione alle truffe nei confronti del Servizio sanitario nazionale ormai decennale, anche in territori non appartenenti a questa giurisdizione, la capacità di coordinare tutte le attività più rilevanti dell’associazione e di pianificare i successivi reati, nonché le strategie per superare i controlli e gli imprevisti avvenuti nel corso del tempo, la costante attenzione per l’espansione dei traffici illeciti, anche attraverso il reclutamento di nuovi farmacisti, l’emersa sussistenza di legami con l’estero tali da permettere la spedizione di farmaci fittiziamente prescritti, nonché la commissione di ulteriori rilevantissime truffe anche al di fuori del perimetro dell’associazione. Per tali ragioni era stato ritenuto concreto ed attuale il pericolo che, a fronte del cospicuo profitto derivante dal reato, prima della definizione del processo penale nel corso del quale verranno accertate le responsabilità degli indagati, ciascuno di essi potesse compiere atti dispositivi comportanti il depauperamento del patrimonio.
Il Tribunale del Riesame di Cosenza, giudicando in sede di rinvio su annullamento operato dalla Corte di Cassazione, accogliendo in toto le argomentazioni degli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, ha annullato il sequestro operato a carico del 46enne T.G. al quale sono stati restituiti tutti i beni (Comunicato stampa).