1) La consistenza del fondo per le fusioni non è stata minimamente intaccata, e anche per il 2019 sono state individuate e stanziate ingenti somme, pari a oltre 46 milioni di euro, esattamente come era avvenuto per il 2018, e molto maggiori rispetto ai 30 milioni messi sul piatto negli anni precedenti;
2) Il criterio di riparto di tale fondo fra i Comuni fusi è quello dettato dalla legge Delrio si basa principalmente sul criterio cronologico, e non è stato neanche questo minimamente modificato dall’attuale governo.
Dunque, ad oggi, rispetto a quando è partito l’iter della fusione tra i Comuni di Corigliano e Rossano sono in vigore le stesse condizioni normative di allora, e addirittura vi sono a disposizione sedici milioni di euro in più.
Per questo risulta strano pensare che sedicenti esperti sul tema delle fusioni possano oggi meravigliarsi se all’esito di una procedura di riparto che era già conosciuta e conoscibile da anni, e che ad oggi non è cambiata di una virgola se non in meglio, al Comune di Corigliano-Rossano vengono assegnate risorse aggiuntive pari a quasi un milione di euro. Evidentemente chi se ne aspettava di più, travisando una norma che è sempre stata chiara, ha pensato alla fusione non come momento di crescita sociale e culturale, per camminare uniti e mettere in sinergia le eccellenze del nostro territorio, ma solo come ad uno strumento per elemosinare quattro spiccioli in più dal governo centrale. Per noi la fusione è e sarà qualcosa di molto più alto e di molto più importante (Comunicato stampa).