Le rilevazioni del mese di luglio e le statistiche per il mese di agosto indicano incontestabilmente come lo spazio rurale sia ormai definitivamente uno dei protagonisti dell’offerta turistica italiana e calabrese; negli agriturismi turisti italiani e stranieri mostrano di apprezzare sempre di più un risposo legato alla tradizione, alla sostenibilità ambientale, alla concreta possibilità di entrare in contatto con quella dimensione rurale che significa scoperta dei territori, delle tipicità ed identità.
Se a livello nazionale è la Puglia ad essere indiscutibilmente al primo posto, con una domanda che supera l’offerta, in Calabria possiamo certo esprimere soddisfazione con un aumento delle presenze che ha raggiunto quota + 30% lungo le coste.
«I numeri della nostra regione – ha commentato Gabriella Martillotti, presidente di Agriturist Calabria – ci confortano e rendono giustizia rispetto allo sforzo straordinario compiuto dalle aziende agrituristiche che ormai da molto tempo hanno focalizzato energie, competenze e investimenti nella qualificazione delle strutture e nella predisposizione di un’accoglienza “attiva” con il turista pienamente coinvolto nella dimensione rurale, ambientale e culturale. Gli agriturismi di qualità, in Calabria, sono ormai decine e decine e costituiscono – anche per chi deve programmare e decidere lo sviluppo regionale – l’esempio visibile di una crescita sostenibile ed ambientalmente compatibile. Ma rimangono elementi di criticità, le strutture agrituristiche delle aree interne registrano una situazione con numeri stazionari o in discesa, penalizzate come sono da un grave deficit infrastrutturale».
«Ecco perché – ha aggiunto Martillotti – noi di Agriturist riteniamo fondamentale, al di là di tutte le iniziative di investimento e sostegno avviate nel Piano di sviluppo rurale 2014/2020, mettere in campo una seria riflessione che porti all’elaborazione di una strategia turistica e culturale complessivamente intesa. Una strategia che metta a sistema le zone di produzione agricola e alimentare tipica, i parchi e le riserve naturali, i luoghi d’arte, le località propriamente turistiche; l’auspicio è che si possa fare con un approccio regionale ma potremmo – ad esempio – partire anche da singoli sistemi e contesti territoriali strutturando e qualificato un’offerta turistica completa e complessiva».