ZUMPANO. Se, da una parte, è aumentato del 13.2% rispetto allo scorso anno il numero di imprese nel settore delle rinnovabili ed il 74.4% di queste sono declinate sul fotovoltaico, dall’altra, al 17 gennaio scorso risulterebbero ben 1376 progetti a fonti rinnovabili in lista d’attesa e di questi 63 rappresenterebbero dei veri e propri casi simbolo di blocchi alle rinnovabili, per ostacoli e lentezza generale delle procedure; ritardi burocratici nazionali e gap normativi ereditati che, stando sempre ai report resi noti, starebbero di fatto ostruendo anche la migliore diffusione sui territori delle Comunità Energetiche (CER) sulle quali studi regionali confermano come permanga ancora una quasi totale sconoscenza. Con ogni evidenza siamo di fronte ad una doppia quanto paradossale lettura di quanto sta accadendo in questo momento rispetto alle sfide della transizione energetica che, per l’Italia, significa puntare sull’efficienza per far crescere e rendere più libero tutto il settore produttivo nazionale, dando forza alla nostra economia e quindi aumentando i posti di lavoro.
In questo scenario – sottolinea l’AD – che fa emergere ancora una volta sia la straordinarietà epocale delle opportunità che possono derivare oggi per lo sviluppo eco-sostenibile dei territori, sia il solito concorso di cause ed approcci nazionali che a tutti i livelli rischiano irresponsabilmente di non far cogliere appieno tutte le sfide di progresso e maturità energetica che il mondo ha dinnanzi, il Sud del Paese, pubblico e privato, può e deve pensarsi diverso e giocare la sua sfida regionale nella sfida globale.
Per questo – prosegue – condivido e faccio mie le parole usate dal Presidente di Symbola Ermete Realacci quando sostiene che il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività.
Perché se questo è verissimo per l’Italia nel suo complesso – scandisce l’AD della prima società di servizi energetici nel Sud Italia nel 2002 – diventa un ineludibile obbligo ad agire, tanto per il settore produttivo quanto per le istituzioni di quelle regioni meridionali che, come ad esempio la Calabria, avendo a che a fare con il sole molti più giorni all’anno delle altre, dovrebbero avvertire più di altre l’assillo identitario e distintivo ad investire su tutte le direzioni oggi possibili e sostenute finanziariamente con il PNRR della transizione energetica.
E, se sono confermati i dati Ipsos per Unioncamere diffusi dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia nei giorni scorsi, in base ai quali solo l’8% avrebbe una buona conoscenza delle CER a fronte di un 38% delle imprese interessate a parteciparvi, bisogna allora partire – aggiunge – dalla maggiore informazione e dalla sensibilizzazione che, insieme alla burocrazia ed a quanto pare a normative datate, resta la palla al piede di un Paese e di territori che ancora non stanno capendo bene quanto vale in termini di economia e di occupazione puntare sul fotovoltaico ed in generale sull’efficientamento energetico.
Rendiamoci conto del danno che può arrecare e che arreca alle imprese ed all’economia dei territori – conclude D’Agostino, auspicando maggiore attenzione, responsabilità e celerità da parte delle istituzioni negli iter autorizzativi – dare un via libera con ritardi di 6 mesi o di 1 anno rispetto all’investimento già fatto.
Come ogni anno, nell’ambito del percorso di formazione e di aggiornamento permanente che qualifica e distingue l’impegno della squadra aziendale, rappresentata dal responsabile tecnico Salvatore Leccadito, dal responsabile acquisti Marco Aquino e dal responsabile vendite Emilio D’Agostino, Omnia Energia ha partecipato alla tre giorni di Key a Rimini che, anche questo secondo anno scorporata da Ecomondo, ha fatto registrare per l’edizione 2024 un + 41% di presenze totali sul 2023 (e su queste totali salgono del 60% le internazionali), ha incrementato di oltre il 30% i brand espositori presenti, per un totale di 830 presenti, di cui il 35% provenienti dall’estero con una forte componente cinese, ma anche dall’area nordeuropea) ed ha rispecchiato la forte vivacità e il fermento che stanno caratterizzando il mercato a livello internazionale, confermato il proprio ruolo di incubatore per le Start-up e PMI innovative italiane e internazionali.
Comunicato stampa