Corigliano Rossano – Non sono stato a Sibari a festeggiare l’arrivo del Frecciargento per Bolzano. Resto contrario alle inaugurazioni e ai tagli di nastri. Ma saluto con soddisfazione l’evento perché, insieme al potenziamento della ferrovia jonica, rappresenta il primo intervento infrastrutturale serio degli ultimi 50-60 anni. Una occasione da non sprecare perché potrebbe essere l’inizio/innesco di una seria politica di sviluppo che, a partire dalle infrastrutture, rilanci l’economia. L’occasione è dunque propizia per una seria riflessione circa la costruzione di una strategia condivisa e l’avvio di una vertenza che affronti complessivamente le tematiche delle infrastrutture e dello sviluppo economico che coinvolga gli attori istituzionali e non del territorio.
Si tratta infatti di infrastrutture che, per divenire strategiche, vanno inquadrate nel sistema di connessioni intraregionali, anello ferroviario Sibari-Catanzaro Lido- Lamezia-Paola-Sibari, e dei nodi intermodali del porto di Schiavonea da connettere a strada e ferrovia (a proposito, che fine hanno fatto i 7 milioni di euro del progetto, già esecutivo, di un nuovo molo per navi da diporto e pescherecci?) e dell’aeroporto di Crotone che, com’è noto, è in una fase di rilancio ma del quale va migliorata radicalmente l’accessibilità su strada e su ferro.
Entro questo quadro vanno collocate le strategie di completamento e rilancio del porto, DEL SUO Piano Regolatore e della nascente ZES, di definizione del destino della ex Centrale Enel per la quale continuiamo a subire la truffa di Future-E, la scappatoia inventata da Enel per non pagare il giusto prezzo al territorio sul quale ha enormemente lucrato per 50 anni, e di radicale ridefinizione delle politiche di sviluppo urbano e pianificazione territoriale.
Le infrastrutture su ferro e su gomma, il porto e la Centrale , l’agenda urbana e il PSA, sono i grandi temi che esulano dalle logiche localistiche per assurgere ad interesse regionale e nazionale. Un interesse che riguarda in primis la Regione ed il suo ruolo di regia ma che tocca anche gli interessi di Cosenza e Crotone che potrebbero trovare grande convenienza nello sviluppo di sistemi relazionali con l’area di Corigliano-Rossano e dell’intera Sibaritide.
Abbiamo fin qui vissuto l’esperienza dei governi locali chiusi nel campanile. Ora non può più essere così e non solo perché è nata la terza città della Calabria.
Serve volare alto e servono immaginazione, coralità, rappresentanza e progettualità’ chiamando in causa gli attori protagonisti. Non solo le istituzioni pubbliche ma, necessariamente, i soggetti dell’economia e del lavoro. Non solo Regione-Provincia e Comuni ma anche Governo nazionale, Confindustria e Sindacati uniti in un grande patto condiviso per lo sviluppo che può trovare espressione compiuta in uno strumento di programmazione qual è il Contratto di Sviluppo già sperimentato in altre realtà italiane.
C’è tanto da fare dunque e perciò un’ultima considerazione deve riguardare la classe politica di questo territorio. Sentiamo in questo primo avvio della Città di Corigliano-Rossano un ronzio di inutili e sterili polemiche spesso personalistiche. È ora di rimboccarsi le maniche perché è qui ed ora che una classe politica autorevole deve trovare la coesione, al di là delle collocazioni maggioranza/opposizione, per lavorare unita affinché anche il Sibari-Bolzano non passi inutilmente. Ancora una volta.
Su questi temi può forse ritrovarsi la prima seria motivazione ad una unità di intenti e di azione che manca da molto tempo (Comunicato stampa).