Dopo la manifestazione di volontà da parte delle due amministrazioni comunali interessate che hanno a suo tempo inviate le delibere agli uffici regionali interessati, la fusione del comune di Corigliano e di Rossano sarà possibile solo dopo che la popolazione si sarà espressa positivamente attraverso il referendum che il presidente della Regione Calabria dovrà indire con proprio decreto.
Subito dopo l’elezione della nuova amministrazione comunale di Rossano, il Comitato delle 100 Associazioni ha incontrato il presidente del consiglio neo eletto, Rosellina Madeo, dalla quale ha avuto condivisione del progetto fusione sia a titolo personale che istituzionale, e sia assicurazione e conferma dell’impegno a fianco del Comitato.
Dopo l’estate, pare che tutto sia sospeso e che nulla succeda sul fronte “fusione”, una sorta di rassegnazione a che le cose restino come sono.
Non è così !
Il Comitato, che non ha mai smesso di lavorare, attraverso il suo coordinatore Amerigo Minnicelli, è in contatto costante con i due sindaci ai quali sta sollecitando un incontro con il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, nel corso del quale dovrà essere indicata la data di indizione del referendum, che, in ossequio a quanto la legge obbliga, permetterà alla popolazione delle due città di esprimersi.
Il cerino è dunque nelle mani del presidente Oliverio, perché è vero che i due comuni hanno adottato le delibere con le quali hanno manifestato la volontà a fondersi, ma è vero anche che i passaggi successivi per iniziare a riempire di contenuti il progetto di fusione devono passare dal “referendum”. Se l’esito sarà favorevole l’iter proseguirà, altrimenti non se ne parlerà più.
L’emanazione del decreto di convocazione alle urne delle due popolazioni diventa un fatto importante e determinante per il futuro della fusione, ci si augura avvenga il più presto possibile per non perdere ulteriore tempo che protrae lo stato di abbandono nel quale è stato relegato il territorio.
I cittadini delle due città guardano alla fusione con interesse perché la ritengono l’ultima spiaggia per fermare l’arretramento sociale ed economico; ad essa guardano soprattutto i giovani che sperano in una inversione di tendenza e che crei le condizioni di vivibilità affinchè non siano costretti ad emigrare. Ma la fusione rappresenta anche la condizione per fermare il degrado ed il depauperamento dei servizi e del tessuto sociale, rappresenta l’occasione ed il mezzo per “contare” nello scacchiere della politica, serve per avere la possibilità e le condizioni per eleggere propri e diretti rappresentanti nell’istituto regionale e nel parlamento italiano. In altri termini, serve per restituire alla nostra popolazione quella forza (politica) contrattuale che permetterà di dire basta ai tagli che il territorio ha subito e continua a subire. Una cittadina di quasi ottantamila abitanti, dovrà essere ridisegnata logisticamente ed urbanisticamente, dovranno essere individuati nuove sedi, nuovi uffici e servizi, rifatta la viabilità, individuate le strategie di crescita e di sviluppo nei vari e diversi settori produttivi rispettando la vocazione naturale del territorio, uno dei più ricchi e produttivi della Calabria. Un territorio che non può più delegare ad altri il proprio futuro, che ha la necessità di assumersi la responsabilità di fare scelte e decidere del proprio destino.
La politica ha l’obbligo di ascoltare e di rispettare i diritti che le popolazioni hanno di esprimersi sul referendum. Un invito quindi ai due sindaci a chiedere con tempestività un appuntamento al presidente Mario Oliverio per porre un solo argomento: indizione referendum sulla fusione per le popolazioni di Corigliano e di Rossano.
Enrico Iemboli
(fonte: comunicato stampa)