Coloro che vogliono l’unità tra Corigliano e Rossano ai quali, più di recente, si è aggiunto il Comitato Pro Referendum sulla Fusione che nasce tutto coriglianese e diremmo “senatoriale” perché ne fanno parte personaggi di vaglia: parlamentari, amministratori comunali e provinciali tutti emeriti, professionisti, imprenditori ecc., è quella di invocare il voto popolare. Essi esigono che si compia il presupposto del voto che sono le due Delibere dei Consigli Comunali, su appello delle 100 Associazioni, uno dei quali, Rossano, l’ha già adottata il 16 gennaio scorso. Affermano i fautori del Referendum che i politici in Consiglio non hanno il diritto di impedire ai Cittadini di votare su un tema che oggi è al centro della politica dell’area urbana, cioè l’ipotesi di creazione di una grande Città nella Sibaritide. Certo è possibile che qualcuno di quei “politici” soccomba, incapace com’è di comprendere dove sia il bene comune né in cosa consista la drammaticità del momento: infatti siamo alla crisi socio-economica non di una sola Comunità, quella rossanese, bensì di entrambe, affacciate come sono su gravi difficoltà evidenti a tutti. Ma, del resto, sappiamo bene cosa hanno ottenuto quei “politici” in questi ultimi decenni per se stessi e cosa per il benessere collettivo … D’altro canto – dice qualcuno – gli oppositori della Fusione, dovevano pur venire allo scoperto e hanno scelto, mancando di argomenti, gli insulti che sembrano a loro più congeniali dei ragionamenti, in questo “sporcando” il civilissimo dibattito aperto dalle principali Associazioni territoriali insieme alle sedi Istituzionali. Del resto alla positività della Fusione si stanno opponendo argomenti smentiti da chiunque conosca norme come la legge Del Rio, il Testo Unico e. l., la legge di Stabilità, le Finanziarie, tutte cose vigenti che, tra l’altro, ci daranno la possibilità, una volta Deliberato il fatidico secondo “SI”, di approntare, se necessario, un appropriato Progetto di Fusione finanziabile (ora non lo è), dal momento che i numeri, la storia e il futuro delle due Città, meritano che la Regione spenda qualcosa per il Futuro della Piana di Sibari. Meritano anche che il Ministro della Funzione Pubblica confermi e sviluppi l’interesse, già manifestato, per quegli stessi progetti. Perciò questa Delibera di Corigliano deve giungere al più presto, prima, cioè, che continui lo stillicidio delle polemiche tra le amministrazioni montate e ingigantite ad arte in loco o paracadutate qui da noi. Con DUE delibere al posto di UNA, coloro che devono muoversi, potrebbero andare a spendere la ritrovata unità territoriale, pur se in fieri, come un primo passo per la conquista della centralità del nostro Territorio. Viceversa continuando ad attendere, dimostreremmo di essere dei fessi buoni solo a ricevere altri cazzotti in pieno viso come quello che è possibile si stia preparando sulla Sanità. Inoltre livellato il teatro istituzionale si potranno misurare pesi e contrappesi del Progetto Fusione, allontanando le bugie del tipo che uno fagociterebbe l’altro … oppure che ci sarebbe bisogno di allargare a Cassano il Progetto di Fusione sottacendo però che, con soli 15 mila abitanti, quel Comune non ne può volere sapere … e se ne capisce il perché: ne sarebbe schiacciata, come Rende con Cosenza. Diversamente Rossano e Corigliano hanno forza politica, forza demografica e forza territoriale equivalenti, cioè, hanno la forza giusta per fondersi in un grande nucleo che è una ragione politica e strategica, prima ancora che economica e manageriale, dell’agire comune.
Perciò avanti e … calma e gesso.(comunicato)
Una risposta
Ma smettela di vendere fumo! Prima fate un progetto credibile, supportato dai numeri! Basta lanciarsi in avventure ad occhi chiusi!