Appurato che forse (è d’obbligo avanzare il dubbio) nel prossimo autunno si andrà al voto per il referendum sulla fusione tra Corigliano e Rossano, continuano le prese di posizione sul tema. A intervenire, questa volta, è l’attivista coriglianese del Movimento 5 Stelle, già candidato alle regionali del 2014, Francesco Forciniti. La sua è una critica, molto forte, nei confronti del Sindaco della città, Giuseppe Geraci, e della sua giunta. E dice chiaramente: “Fusione: io non sto con Geraci!”. Il giovane attivista definisce “imbarazzante” il balletto della giunta Geraci che da almeno due anni, tra consigli comunali, dichiarazioni e fatti, non ha prodotto nulla se non inceretezze. “Prima sì, poi no, poi di nuovo sì, al punto che il consiglio comunale approva l’atto di impulso con voto favorevole dello stesso Geraci, poi no, infine “forse”. L’ennesima giravolta del primo cittadino sembra motivata dalla presunta mancanza di un adeguato confronto con le controparti rossanesi riguardo agli aspetti economici e alla tenuta dei conti. A parte il paradosso che i dubbi sui conti altrui giungano dal sindaco di un Comune che pagherà debiti per mutui fino al 2048 almeno, ciò che lascia davvero interdetti è la tempistica con cui vengono manifestate queste perplessità”. Eh già. Come si fa? “Con quale credibilità – continua Forciniti – la giunta viene oggi a dirci di non essere ancora riuscita ad approfondire gli aspetti legati ai bilanci dei rispettivi comuni, e di avere ancora bisogno di effettuare altri studi? Praticamente si tratta di una candida ammissione di incapacità politica, a causa della quale sono stati sprecati anni in cui si poteva davvero costruire un percorso di fusione consapevole e partecipato”. Il giovane attivista, dopo la presa di posizione del portavoce grillino in consiglio comunale, Francesco Sapia, che in pratica condivide la linea di Geraci, auspica che la parola passi il prima possibile al “popolo sovrano”. “Credo – aggiunge l’attivista Forciniti – che la classe politica che ha condotto sin qui il processo di fusione in maniera elitaria e autoreferenziale, senza un adeguato coinvolgimento dal basso, abbia già fatto sin troppi danni. Ora scenda dal piedistallo, e dia la parola ai cittadini”. Intanto i fatti parlano di due Sindaci, Giuseppe Geraci e Stefano Mascaro, che finalmente pare abbiano trovato un’intesa. Indurre il Presidente mario Oliverio a ritardare il più possibile l’indizione del referendum. In maniera tale da mettere in atto azioni più incisive per far capire meglio ai cittadini cosa significa fare questa fusione. La verità è che questa fusione a buona parte coriglianesi non piace perché hanno paura di perdere centralità rispetto a Rossano. Quasi come ci fosse una sorta di complesso d’inferiorità. Che non esiste, ovvio. Perché altrimenti non si spiega il fatto perché vogliano aprirsi a una disomogenea fusione a tre (o quattro, se ci mettiamo anche Villapiana) con Cassano All’Jonio. La verità, forse, è anche che, ancora una volta, Cosenza sta cercando di mettere il bastone tra le ruote alle due grandi città della Sibaritide. E buona parte dei coriglianesi, classe politica in primis, ci sta cascando in pieno. Pertanto, valutiamo bene prima di addossare responsabilità a fattori esterni. Ché mentre a Cosenza si discute di fusione tra il capoluogo, Castrolibero e Rende, qui si continua a perdere tempo. E’ giusto, per carità, fare le cose perbene e con calma. Ma è da due anni che si parla di fusione in maniera approfondita. Inammissibile (e molti coriglianesi stessi lo hanno compreso) uscirsene adesso con dubbi circa la tenuta dei conti del Comune di Rossano e la possibile apertura a Cassano. I veri motivi di queste sortite sono ben noti. A ogni modo prima si parte con la sensibilizzazione, meglio è. Per i cittadini e il futuro del territorio.