Il consigliere regionale, Giuseppe Graziano, si costituisce nel giudizio che pende davanti al Tar Calabria, contro il ricorso presentato da cinque cittadini coriglianesi (tra questi il consigliere comunale di maggioranza Angelo Caravetta) con il quale viene chiesto di sospendere l’effettuazione del referendum per la fusione tra Corigliano e Rossano fissato per il prossimo 22 ottobre.
E’ lo stesso Graziano a darne notizia.
Ricordiamo che il consigliere regionale è promotore della proposta di Legge regionale sulla fusione. Si amplia così la schiera istituzionale e della società civile a sostegno, difesa e tutela dell’iter referendario contro la quale, nei giorni scorsi è stato presentato un ricorso, che sarà preso in esame dal Tar Calabria il prossimo Martedì 22 Agosto.
“Pur non essendo stato direttamente citato in giudizio – commenta e spiega Graziano – l’atto di intervento rappresenta una scelta di cuore e di buon senso per far sì che Corigliano, Rossano e l’intero comprensorio della Sibaritide non perdano l’ultimo treno verso lo sviluppo e la crescita.
Ho scelto di schierarmi a sostegno delle parti istituzionali chiamate in causa e che hanno scelto con coraggio di difendere il processo referendario. Sappiamo, infatti, che, ad oggi, si sono costituiti in giudizio la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Interno, la Prefettura di Cosenza, la Regione Calabria ed il Comune di Rossano.
Ancora manca all’appello il Comune di Corigliano, che ci auguriamo, però, possa far fronte comune insieme a tutte le altre forze istituzionali per difendere il diritto dei propri cittadini ad esprimersi in modo libero e democratico su un processo di vitale importanza per il territorio ionico.
Da rappresentante di quel mondo civico, riformista e democratico-liberale che vuole cambiare lo stato delle cose – ribadisce e scandisce il Segretario questore nonché proponente della Legge regionale sulla fusione di Corigliano-Rossano – ho deciso di esserci e sono a conoscenza di iniziative simili che stanno giungendo anche da altre parti della società civile e del movimento civico. Come ad esempio la costituzioni in giudizio del movimento Il Coraggio di Cambiare l’Italia che, attraverso la segreteria nazionale, ha scelto di essere parte del processo amministrativo. Personalmente rimango fiducioso ed ottimista sul prosieguo dell’iter. Perché sono consapevole – aggiunge – che sia la cosa giusta da fare per salvare questa terra e dare una speranza alle nuove generazioni. Il referendum e la fusione non sono e non possono essere una prospettiva o, ancora peggio, un computo politico. Sono un processo culturale in cui la parola della politica vale quanto quella dei singoli cittadini e delle loro aspirazioni. E questo purtroppo continua a non capirlo quella parte del sistema radicato ai poteri e alle poltrone che vuole opporsi proprio a questo processo.
Probabilmente perché ha paura che il volere del popolo possa ribaltare l’attuale sistema delle cose? Coriglianesi e rossanesi, insieme, sono consapevoli che, a prescindere dai campanilismi storici a volte goliardici nati tra le due città, non c’è nulla di insensato o pericoloso nella nascita di un’unica grande comunità”.