Una pagina brutta e amara nella storia politico-amministrativa coriglianese è stata scritta ieri dal sindaco, Giuseppe Geraci, e dalla maggioranza che lo sostiene. Una pagina di cui Corigliano avrebbe fatto volentieri a meno, però, purtroppo, l’ha dovuta subire e registrare. Il tentativo, sicuramente maldestro, di revocare l’atto d’impulso approvato dallo stesso consiglio comunale nel febbraio dello scorso anno, è fallito. Tutto ciò per volontà dello stesso gruppo di maggioranza che ieri nel corso di un consiglio comunale nervoso, convulso e che a tratti ha sfiorato la rissa ha lanciato nei confronti del sindaco Geraci un chiaro messaggio: “oggi non si ritira nulla, altrimenti dovrai dimetterti”. Ed in effetti il sindaco questo messaggio lo ha colto in pieno ed alla fine ha accettato la proposta di rinviare sine dine qualsiasi decisione. In pratica ieri il consiglio ha deciso di non decidere. Eppure i lavori dell’assise, in un clima estremamente teso, erano iniziati con oltre un’ora di ritardo ed in apertura si era registrato l’intervento del sindaco il quale in maniera chiara ed articolata aveva spiegato perché era stato convocato il consiglio: revocare l’atto d’impulso approvato lo scorso anno perché dopo quella approvazione erano cambiate le regole che sono alla base del referendum indetto per il prossimo 22 ottobre. Ma sin da subito si è capito, soprattutto tra i banchi della maggioranza, che la proposta del sindaco non solo non sarebbe stata posta ai voti, ma soprattutto che sarebbe stata, nel corso dei lavori, ritirata. Ed in effetti così è stata. Dalle 11.45 fino alle 17 passando per ben cinque interruzioni dei lavori, molte delle quali dovuti alle intemperanze verbali che si registravano in aula, si è giunti alla fine di decidere per non decidere. Volendo estremamente sintetizzare cosa è successo in questa amara mattinata consiliare coriglianese si può dire che: la revoca della delibera dell’atto d’impulso non passa, perché mancano i numeri alla maggioranza. Il sindaco Giuseppe Geraci ha minacciato le dimissioni e nel contempo ha proposto un nuovo atto deliberativo all’interno del quale reintrodurre il quorum del 30% ( punto questo di difficile attuazione, secondo noi, considerato anche il periodo estivo), di elaborare uno studio di fattibilità e di avviare un lavoro di concertazione con il comune di Rossano al fine di verificare i bilanci. In questo lavoro dovrebbero essere coinvolti i due sindaci, Mascaro e Geraci, e i due assessori al bilancio, Candiano e Stellato. Se tutto ciò non avverrà entro l’ 11 settembre prossimo, Geraci rimetterà il mandato. La domanda che in tanti si sono posti al termine della seduta è: in un mese potrà essere fatto tutto ciò, tenuto conto che questo è il periodo dell’anno dove la maggior parte delle pubbliche istituzioni sono in ferie ? La risposta riteniamo sia altrettanto chiara: no. Da qui la considerazione, pensiamo noi, dei 22 consiglieri presenti ieri in aula (mancavano solo Mauro, Leopoldo Aversente e Olivieri), che il rinvio di ieri è stato dettato più dalla necessità di salvare una maggioranza ormai in caduta libera, che non effettivamente trovare una soluzione valida e proponibile all’empasse amministrativa in cui il consiglio ieri è clamorosamente caduto. In aula era presente anche il consigliere regionale Giuseppe Graziano, firmatario della proposta di legge regionale per la fusione dei Comuni di Corigliano e Rossano. Graziano alla fine ha detto di essere soddisfatto e che si è persa un’occasione di dialogo, non facendolo intervenire. Ha detto, inoltre, che Geraci ne esce sconfitto. E infatti è proprio così: Geraci ne esce con le ossa rotte.