La fusione tra i comuni di Rossano e Corigliano sta ormai diventando un discorso sterile e fine a se stesso pari quasi al dibattito sul sesso degli angeli. Si sta giocando, con incomprensibili tranelli sottobanco, con il futuro del nostro territorio e dei nostri figli. Eppure la Fusione tra Rossano e Corigliano è l’unica boccata d’ossigeno per questo territorio che, purtroppo, giorno dopo giorno perde sempre maggiori pezzi importanti in materia di servizi ed infrastrutture. Se da una parte, il consiglio comunale rossanese, già mesi fa, ha deliberato con lungimiranza, all’unanimità, il suo parere positivo per innescare il processo di fusione, perché Corigliano ancora è ferma? Perché nonostante tutti gli incontri, i discorsi, i buon propositi, ad oggi il consiglio ausonico non ha ancora deliberato? Di chi è ostaggio il Sindaco di Corigliano, se a parole sembra essere favorevole alla fusione ed invece nei fatti non muove un dito?
Tanti gli interrogativi alla base di alcune riflessioni fatte dal Consigliere Provinciale con delega ai lavori pubblici, edilizia scolastica ed impiantistica sportiva Piero LUCISANO, che esprime vicinanza e supporto al Comitato delle 100 Associazioni per l’iniziativa presa e per la tenacia dimostrata, punzecchiando gli amministratori coriglianesi a riprendere l’iter procedurale.
Afferma LUCISANO: “C’è troppo buonismo sulla questione! Il punto cardine è capire a chi non conviene la fusione. Forse si tenta di proteggere degli interessi personali ma, a mio avviso, se si continua di questo passo l’attuale classe dirigente sarà completamente spazzata dalla scena politica. Esiste ormai una vera e propria voragine tra la politica e la cittadinanza, che sempre più attanagliata da problemi e disservizi, si allontana dalla politica astenendosi massicciamente dalle urne”. Continua LUCISANO: “La fusione potrebbe essere una boccata d’ossigeno per i nostri territori, una ventata di nuovi finanziamenti, di nuove prospettive, di servizi, di occupazione per i nostri figli. Con la fusione Rossano e Corigliano diventerebbero una delle città più grandi della Calabria, potremmo ricostituire il tribunale, pensare ad una sanità migliore, migliori trasporti, una cittadella degli uffici ad Insiti, maggiore sicurezza, più occupazione. Se non ci diamo una mossa, tra qualche anno diventeremo gli Amministratori del nulla, dati i continui tagli che il governo centrale sta facendo agli enti comunali. E allora, Perché No?”
Secondo il consigliere comunale e provinciale Piero LUCISANO, bisogna mettere al centro della politica la cittadinanza. Con le due delibere consiliari, di Rossano e Corigliano, si innescherà un processo virtuoso che darà l’opportunità ai rossanesi ed ai coriglianesi di esprimere liberamente la propria opinione tramite un referendum popolare, che decreterà o meno la fusione dei comuni. Dunque perché negare questa possibilità ai cittadini? L’iter procedurale della fusione sarà lungo, dunque prima ci avviamo prima potremo godere dei suoi vantaggi, ma non provarci sarebbe stupido ed insensato e farebbe male ai nostri cittadini già fortemente provati dalla crisi economica. Ma a fare le spese di una politica miope saranno anche gli stessi politici, che come dicevo prima, saranno completamente spazzati dalle istituzioni o si ritroveranno a governare il nulla sia dal punto di vista economico che sociale perché i nostri giovani, la nostra forza lavoro migliore, sta emigrando in massa verso altre mete. Dunque la fusione ci dà la possibilità di virare, di mettere un punto alla solita politica campanilistica che per troppi anni ha regnato sovrana nelle due cittadine e di ripartire insieme per il bene del nostro territorio e dei nostri concittadini. E’ il momento di dire basta alle solite invidie e di collaborare insieme per un obiettivo comune, ampliando il confronto a tutta la cittadinanza in modo tale da fare informazione e sensibilizzazione. Non importa da che parte venga la proposta di fusione, già il fatto che sia arrivata è un chiaro indizio che la popolazione ha bisogno di servizi e di maggiore attenzione, in materie basilari come i trasporti, la sanità, la giustizia ed il lavoro non devono esistere colori politici o èlite ma insieme bisogna agire con celerità. Smettiamola di nasconderci dietro la storia che Cosenza non vuole che la Sibaritide cresca, perché nel frattempo Cosenza pensa alla fusione con Rende ed altri comuni limitrofi sul modello di città di regioni lungimiranti come la Lombardia, l’Emilia e la Toscana. Vogliamo restare il fanalino di coda del mondo per sempre? Sono sicuro che la popolazione è pronta alla fusione, forse a non esserlo è la politica schiava, in alcuni casi, ancora di logiche poco chiare e sicuramente non idonee ad un territorio che annaspa tra voglia di cambiare e necessità di sopravvivere. Attendiamo, ancora, con speranza una mossa del sindaco Geraci e del suo consiglio, fiduciosi che rompano questo stato di ostaggio in cui sembrano essersi impantanati”.(COMUNICATO)