L’atto di impulso alla fusione con Rossano approvato dal consiglio comunale il primo febbraio del 2016 va ritirato perché approvato in violazione di legge. E’ quanto tornano a chiedere i responsabili del Movimento 5 Stelle di Corigliano. Ricordiamo che una richiesta simile era già stata avanzata dai pentastellati nei giorni scorsi.
Secondo i grillini l’atto di impulso approvato dall’assise comunale oltre un anno fa è da considerarsi legislativamente inammissibile per essere trascorsi più di sette mesi tra la delibera di impulso approvata dal comune ausonico e quella licenziata dal comune bizantino, nonché intervenuta con la garanzia del quorum poi cancellato.
“Il progetto di fusione – si legge nella nota del M5S – deve poggiare su basi rispettose della normativa di riferimento, per le motivazioni di seguito espresse ed anche a fronte della nuova situazione determinatasi con l’insediamento presso il comune di Corigliano della Commissione prefettizia d’accesso agli atti (la cui attività potrebbe portare al commissariamento dell’ente).
E’ doveroso da parte nostra – sottolineano i 5 stelle – evidenziare che la delibera consiliare n. 3 dell’1.2.2016 (atto d’impulso adottato dal comune di Corigliano per sua fusione con quello di Rossano) è affetta da inammissibilità per violazione del combinato disposto di cui agli artt. 10 e 13 comma 5 lett. b) della legge regionale 5.4.1983 n. 13. Ed invero, per tale ultimo articolo (si riportano le parti qui rilevanti) i comuni e le province … esercitano l’iniziativa mediante l’approvazione da parte dei relativi consigli, con una maggioranza non inferiore ai due terzi dei consiglieri assegnati, della relazione illustrativa e della proposta di legge redatta in articoli. – omissis- la deliberazione consiliare che approva la proposta è trasmessa, munita degli estremi di esecutività, al Presidente del Consiglio regionale mediante raccomandata postale con avviso di ricevimento, oppure depositata dietro rilascio di dichiarazione di ricevuta – omissis- Le proposte di cui ai precedenti commi terzo e quarto sono presentate, a pena d’inammissibilità, entro i seguenti termini: a) per le proposte deliberate dai Consigli dei Comuni capoluoghi di provincia e dai Consigli provinciali, il termine è di mesi sei a decorrere dal giorno in cui la delibera è divenuta esecutiva; b) per le proposte deliberate dai Consigli dei Comuni diversi da quelli indicati alla precedente lettera a) il termine è di mesi sette a decorrere dal giorno in cui è divenuta esecutiva la prima delle delibere consiliari. Pertanto, il M5S chiede che vengano immediatamente assunti tutti i provvedimenti del caso”.