È quanto afferma il Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Graziano, commentando la sentenza del Tar Calabria che ha respinto il ricorso sulla sospensione del Referendum consultivo del prossimo 22 Ottobre 2017. Contro il quale lo stesso Consigliere regionale, promotore della proposta di legge regionale sulla fusione dei comuni di Corigliano calabro e Rossano, si era costituito in giudizio con apposito atto di intervento, promosso dall’avvocato Valentina Cundari.
Si va al voto – commenta Graziano – senza dubbi né tentennamenti affinché siano i cittadini di Corigliano e Rossano a decidere sulle sorti di quella che potrà essere una nuova realtà urbana. Credo che con la sentenza del Tar si chiude anche un lungo filone di polemiche che ha caratterizzato il dibattito sociale e politico degli ultimi mesi, toccando nelle ultime ore anche picchi di volgarità inaudita. Che si commentano da sé, per le bugie e le cattiverie espresse, e sul quale non ho alcuna intenzione di controbattere. Ora si apre la fase referendaria aperta ufficialmente, proprio stamani (mercoledì 23 agosto), dalla Prefettura di Cosenza, che da quanto risulta ha già inviato alle segreterie dei due Comuni le prime indicazioni per l’indizione dei comizi e delle consultazioni elettorali.
Tutto questo – aggiunge il Segretario questore del Consiglio regionale – con l’augurio che tutti sappiano farsi interpreti delle buone intenzioni e prospettive che la fusione potrà offrire a questo territorio. Non esultiamo per la sentenza del Tribunale amministrativo ma prendiamo atto che l’intero iter che ha portato all’indizione del referendum, impugnato dai ricorrenti, è corretto. A partire dalla proposta di Legge sulla fusione dei due Comuni e alla modifica della Legge elettorale regionale per finire al decreto presidenziale di indizione del referendum. Non c’è nulla di anticostituzionale né di irregolare.
Rimango convinto, d’altronde che i cittadini di Corigliano e Rossano – prosegue Graziano – avrebbero potuto fare a meno di questa ennesima, seppur legittima, dimostrazione di correttezza. Perché la fusione, per quanto la voglia far passare qualcuno, che evidentemente non ha a cuore le sorti di questo territorio, non è un’imposizione da parte di nessuno tantomeno un tentativo di “invasione” di una città rispetto ad un’altra. Queste sono castronerie che si è tentato di divulgare per cercare di demolire un progetto che alla fine non potrà che innescare un nuovo processo di crescita per il comprensorio della Sibaritide. Atteso che tutti, politica, associazioni e cittadini, ognuno per la propria parte – conclude – continueranno ad essere artefici del destino del territorio