A proposito di varie prese di posizione nuove e vecchie sul tema della Fusione e del suo allargamento, vorremmo osservare alcune cose.C’è un gioco ricorrente nella politica italiana a cui la Calabria non sfugge e nemmeno la nostra Piana, quello del “benaltrismo”. Quando c’è sul tappeto una proposta concreta, seria, praticabile, magari già instradata, d’un tratto, appare qualcuno, a volte autorevole (a volte meno) che propone un’altra cosa in superamento. Il risultato? Non se ne fa più niente, di niente. Nell’ormai annosa vicenda, complessa e importante per i destini presenti e futuri della Piana, volta a Fondere i due Comuni di Corigliano e Rossano, se ne sono lette di tante e di più. Però dopo l’Appello delle Associazioni del gennaio 2014 rivolto ai Cittadini e alle due Amministrazioni cui si giunse con laboriosa discussione durata quasi due anni; dopo che nel gennaio 2015 il Consiglio Comunale di Rossano ha deliberato favorevolmente e dopo che nel febbraio 2016 lo ha fatto quello di Corigliano Calabro, sembrava tutto chiarito. Invece, c’è stato qualcuno che si è svegliato ed ha cominciato a parlare di allargamento del Procedimento al Comune di Cassano Jonio. Quindi nel dicembre scorso, in un’affollatissima riunione del Comitato 100 Associazioni pro Fusione, indetta per discutere la relativa Proposta di Legge Regionale dell’On. Giuseppe Graziano, il Sindaco Gianni Papasso, da noi invitato assieme ad altri Sindaci del Comprensorio oltre quelli di Corigliano e Rossano (pure presenti), intervenne dicendosi disposto ad aprire una discussione sul suo coinvolgimento nel Progetto. In quella sede: il Sindaco Mascaro, il Delegato del Sindaco di Corigliano Turano, il Sindaco di Crosia, l’On. Giuseppe Graziano, chi scrive quale Coordinatore del Comitato, quindi, possiamo dire, tutti i presenti dichiararono che le ipotesi di allargamento della Fusione ad altri Comuni, pur apprezzabili e interessanti, non potevano riguardare questa prima fase concernente il Nucleo Urbano già esistente di Corigliano-Rossano, bensì l’immediato futuro anteriore a quell’evento ormai prossimo alla fase Referendaria.Si pensava con ciò di avere sgomberato il campo da proposte che avrebbero significato solo interrompere un processo certo per cominciarne un altro incerto e forse anche improbabile. Appunto il “benaltrismo”. È pertanto saggio che della “Città di Sibari” si possa parlare utilmente – come sembra rilevarsi da una attenta lettura del recente scritto della CGIL comprensoriale – solo dopo l’operata Fusione dei due nostri Comuni che sarà l’elemento propulsore della rivalorizzazione dell’intero territorio dell’Arco Jonico cosentino che estende le sue propaggini geo-costiere dalla Pre-Sila, all’Arberesche ed al Pre-Pollino, quindi in direzione dell’auspicata relativa Area Vasta. (Amerigo Minnicelli- coordinatore 100 associazioni)