€. 4.726.107: a tanto ammonta l’omessa riscossione di ticket sanitari certificata dalla Guardia di Finanza di Cosenza a seguito di un controllo sul corretto pagamento del
contributo sanitario previsto per le prestazioni di pronto soccorso non urgenti classificate come “codici bianchi o verdi”.
Quattro funzionari sono stati segnalati alla Corte dei Conti in quanto responsabili di danno erariale.
Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza hanno
eseguito una analisi dei processi amministrativi di riscossione del contributo sanitario, dovuto
dai singoli fruitori, per 150.000 prestazioni di pronto soccorso erogate dall’azienda ospedaliera dal 2011 al 2014.
Complessivamente sono state esaminate oltre 370.000 prestazioni, selezionate in base al codice di accesso attribuito al paziente attraverso il noto metodo del Triage, utilizzato
all’arrivo dei pazienti in pronto soccorso, dove l’accesso alle cure non avviene sulla base
dell’ordine di arrivo ma sulla priorità delle loro condizioni.
Mutuando la legislazione nazionale, la
Regione Calabria ha previsto la partecipazione del cittadino alla spesa sanitaria.
Infatti, per ogni accesso in pronto soccorso classificato con il codice bianco o verde è
dovuta una quota fissa di 25 euro, quando l’attività sia limitata alla valutazione clinica ed agli
accertamenti da parte del sanitario del pronto soccorso, elevata fino ad un massimo di 45
euro in caso di prestazione specialistica. Nel corso degli anni, al fine di rendicontare e contabilizzare il contributo sanitario l’ente
ospedaliero si è dotato di un apposito programma informatico, che, tuttavia, era utilizzato per
la sola registrazione anagrafica dei pazienti, senza annotazione delle ulteriori notizie o dati
utili (ad esempio, prestazioni ricevute, diagnosi, ecc..).
L’intero iter assistenziale seguito dal paziente veniva, invece, registrato manualmente così
come la ricostruzione dei finanzieri di tutti gli accessi al pronto soccorso avvenuti in codice
bianco o verde, effettuata documento per documento.
Ricostruzione risultata ancor più difficoltosa a causa del fatto che numerosi pazienti, prima
delle dimissioni, non hanno riconsegnato la scheda di presentazione al pronto soccorso contenente i dati relativi alla prestazione erogata.
Un lavoro complesso che si è concluso con la constatazione che solo il 4,3% dei ticket
dovuti sono stati pagati e che il mancato incasso è stato di oltre 4.700.000 euro.