“Che i Cinque Stelle di Corigliano amino il sensazionalismo è risaputo, che vogliano fare i maestrini ed ergersi a censori prendendo poi delle cantonate è altrettanto noto”.
Così l’assessore alla cultura, Tommaso Mingrone, risponde alle accuse lanciate nei suoi confronti e del sindaco Geraci da parte dei pentastellati in riferimento alla gestione del castello ducale.
“Fa piacere – sottolinea Mingrone – che venga sollevato il problema della gestione del Castello Ducale per poter puntualizzare alcune verità dai Cinque stelle taciute volutamente.
Il contratto con il concessionario White castle è stato stipulato il 16 aprile 2013, per una validità temporale di cinque anni.
La scadenza è prevista nell’aprile del 2018. Quanto contenuto nel capitolato è stato sicuramente previsto dopo un’analisi accurata e ponderata da parte della Commissione, cosi come l’ammontare del contratto è stato determinato in termini presuntivi.
I Cinque Stelle – continua – dopo quattro anni di gestione si accorgono, all’improvviso, che non ci sono profitti e addebitano ciò all’Amministrazione Geraci, la quale, invece, ha attentamente seguito la gestione con particolare riguardo al rispetto dei vari punti del capitolato e con controlli e verifiche degli aspetti tecnici e finanziari. Che le finalità della concessione in gestione del Castello, cioè valorizzazione e promozione, accoglienza visitatori, attività culturali, turistiche e ricreative, siano state raggiunte è sotto gli occhi di tutti, tranne che dei Cinque Stelle.
Dal 2013 al 31 dicembre 2016 il numero dei visitatori è andato progressivamente aumentando fino al 90% in più, attestandosi a 22.954 visitatori, con un incasso complessivo di 91 mila e 972 euro.
Il turismo scolastico – fa presente ancora l’assessore – ha visto una crescita sostanziosa: rispetto ai 1838 visitatori del 2013 si è passati ai 3788 visitatori del 2016, con un incremento del 100%. Per l’affitto di spazi e altri servizi nel 2016 è stata introitata la somma di 37 mila e 158 euro.
Che la gestione sul piano economico possa non essere attiva è cosa largamente prevedibile, visto che previsioni e stime presuntive, proprio per essere tali, evidentemente non hanno trovato conferma, anche per servizi che non sono stati attivati (book shop e punto ristoro).
Che, poi, un ente pubblico pensi di poter trarre profitti da un museo o struttura storica o castello – aggiunge Mingrone – è strettamente legato ai vincoli che vengono posti nell’affidamento della gestione.
I vincoli e le condizioni che fanno parte del contratto già in essere, a quanto dicono giuristi ed esperti, non possono essere cambiati in corso d’opera e questo i Pentastellati dovrebbero saperlo.
Certamente alla luce dell’esperienza attuale, nella predisposizione della nuova gara, alla scadenza del presente contratto, – così termina la nota di Mingrone – si potranno studiare correttivi, migliorie ed incentivi per aumentare le entrate del comune, ed è quello a cui già si sta lavorando, come sanno i Cinque stelle”.
Lo scontro è destinato ad alimentarsi a partire dai prossimi giorni.