Giunta Mascaro, insidie politico-giudiziarie

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Esecutivo Mascaro alla ricerca di stabilità. I problemi non mancano. E non sono solo di carattere amministrativo: ora toccano vari livelli, tra cui giudiziario e politico. Da più tempo si chiede l’azzeramento della giunta preceduto da una verifica. Nelle ultime ore lo ha ribadito il consigliere “ribelle” di maggioranza Pierpaolo Librandi alla luce di quanto si è consumato durante il recente rinnovo del Consiglio provinciale, dove sarebbero stati violati gli accordi a scapito del territorio. In sostanza si votano i cosentini, e non già i locali pur di obbedire a logiche diverse. A Rossano è accaduto, ma a Corigliano è accaduto di peggio. E anche in altri comuni jonici. Manca la consapevolezza identitaria di un territorio che manifesta poca fedeltà a se stesso. La storia insomma si ripete, seppure con forme e dinamiche diverse. E mentre si lavora nella direzione di dare vita alla nascita della terza città della Calabria c’è chi non perde tempo per allestire strategia distruttive protese ad azzerrare le varie proposte di rilancio. In questo caso la posizione dei sindaci di Cassano e di Villapiana che, solo ora, dopo anni e anni di discussione, a referendum raggiunto si accorgono della necessità di dare vita al progetto della “grande Sibari”. Proposta ambiziosa che può essere senz’altro raggiunta anche dopo il referendum che riguarda le due città di Corigliano e di Rossano. E invece, a tutti i costi, si vuole arrestare il processo, interromperlo per poi non fare nulla. Come è avvenuto per l’aeroporto di Sibari, con l’istituzione di una provincia, o con la realizzazione della metropolitanza leggera. Tutte argomentazioni portate avanti da determinati gruppi, successivamente indebolite o annullate da tesi contrapposte. Con il concorso di quella parte di cosentinismo che vuole lo jonio colonizzato al potere centralista. In tutto questo una dote di ampia responsabilità, al di là del cosentinismo, ricade sulla classe politica locale, incapace di discutere unita e compatta negli interessi di quelle comunità dagli stessi amministrate. Il dramma è che non solo non si assume la maturità necessaria a guardare oltre attraverso una politica unitaria e di insieme, ma addirittura si paventano segnali di rottura. Così da rendere sempre più precaria la condizione politico-istituzionale del comprensorio, abituato evidentemente alla cultura dal cappello in mano. Ci sono sindaci che si sarebbero potuti distinguere e passare alla storia della Sibaritide. Ma non ne hanno consapevolezza. Probabilmente passeranno alla storia per l’eccesso di negatività. Nel frattempo la vita va avanti, gli imprenditori soffrono, le aziende a fatica riescono a garantire gli stipendi, lo Stato (tra i Paesi con la percentuale più alta di tassazione al mondo) latita e sopprime servizi e prestazioni. A Rossano dunque spunta qualche avviso di garanzia. Destinatari: il sindaco Stefano Mascaro, per responsabilità oggettivo nelle funzioni di sindaco pro tempore, e il dirigente dei lavori pubblici Vincenzo Di Salvo. “Gli atti si riferiscono ad indagini in corso su scarichi fognari rispetto ai quali il Comune interverrà in ogni caso nei tempi più brevi possibili;nessun incarico legale è stato conferito ma, così come previsto ex lege e dalla contrattazione collettiva nazionale, ci si è limitati ad esprimere la prevista formula di gradimento rispetto al difensore nominato dal dipendente sottoposto a procedimento per fatti inerenti l’espletamento dei compiti d’ufficio; fatta salva, in conformità alle previsioni normative, l’insussistenza di conflitto di interesse tra la posizione del dipendente e quella dell’ente ed escludendosi, in tale ipotesi, che l’ente debba alla fine rimborsare le spese di difesa (il rimborso è consentito soltanto nei casi di assoluzione con formula piena e nella misura minima)”.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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