“Quella scritta ieri (lunedì 1 febbraio) a Corigliano, dal Consiglio Comunale nella sua interezza, è una pagina storica di importanza cruciale per l’avvenire non soltanto delle due grandi comunità oggi direttamente interessate ma per tutta la Sibaritide e la Calabria. Per le implicazioni che essa è destinata a produrre”.
E’ il messaggio che lancia il primo cittadino di Corigliano, Giuseppe Geraci, all’indomani dell’approvazione da parte del consiglio comunale ausonico della delibera sulla fusione con il comune di Rossano. Ed ora la palla passa ai cittadini.
“Con l’approvazione dell’atto d’impulso per l’indizione (da parte della Regione Calabria) di un referendum popolare sulla fusione delle due città di Rossano e Corigliano in un unico comune, si lancia e scandisce, da quest’area strategica della provincia di Cosenza, un messaggio forte per la società e la politica calabresi in generale: e cioè che vi sono momenti nella storia di popoli e territori nei quali la qualità delle classi dirigenti si misura solo ed esclusivamente dalla capacità di saper ricercare e preferire, nonostante tutto, le esistenti ragioni di unità, di dialogo e di sinergia, anticipando il futuro invece di attenderlo e facendo delle differenze e delle proprie specifiche ed incancellabili identità non un limite ma un valore aggiunto per osare, sperimentare, innovare e provare a cambiare lo stato delle cose.
Ma quella di ieri è stata una pagina storica soprattutto per Corigliano, anzi tutto per la qualità degli interventi, nei contenuti e nella forma, ascoltati da tutti i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione. A tutti loro rivolgo, con assoluta sincerità, il mio plauso personale per aver dimostrato, nonostante forse da qualche parte ci si sarebbe aspettato il contrario, un livello di maturità istituzionale e politica che, da oggi in poi, non potrà non rappresentare un punto di non ritorno per le attività politico-istituzionali e consiliari della nostra Città.
Oggi più di ieri, anche alla luce del risultato condiviso, possiamo ribadire di rivendicare la giustezza della richiesta di sospensione e di riflessione scelta, all’unanimità, a gennaio del 2015, contestualmente all’approvazione dell’atto di impulso da parte del Consiglio Comunale di Rossano. Abbiamo fatto benissimo ad interpretare l’esigenza di maggiore confronto e chiarimento interno, non solo rispetto ai consiglieri comunali.
In questo anno, infatti, attraverso il dibattito che è emerso e che si è declinato in diverse forme, la discussione sulla fusione da elitaria è diventata sociale, passando da stanze, salotti e convivi alle piazze e, anche attraverso la sana polemica delle diverse parti, nella diffusa opinione pubblica.
Così come è stato importante, restituendo anche a questo percorso di costruzione ed unità territoriale quei tempi e pensieri lunghi della Politica di cui tanto ci sarebbe bisogno, anche l’aver approvato, da parte del consiglio coriglianese, una delibera discussa ed integrata con aspetti di metodo, contenuti e propensioni inclusive che qualificano ulteriormente la salutare pausa democratica di approfondimento richiesta, voluta, vissuta e che ha portato ad un risultato comune che è sicuramente più forte, più chiaro, più intellettualmente onesto, più reciprocamente condiviso di quanto, forse, non sarebbe stato un anno fa.
Adesso però inizia il percorso più importante per tutte e due le comunità e per le rispettive classi dirigenti: quello cioè di saper dimostrare nei fatti, prima ed in attesa del referendum, che l’approvazione dell’atto di impulso non era perché non poteva essere un solo momento procedurale per licenziare un atto meramente tecnico, ma che era e resta invece un momento squisitamente ed eminentemente politico al quale ci si deve sentire condizionati nel percorrere con lealtà, equilibrio e lungimiranza tutti i passi intermedi e necessari per convincere le due popolazioni che i loro rappresentanti istituzionali hanno fatto sul serio”.