Nonostante Corigliano-Rossano e la Sibaritide siano un’area strategica e di congiunzione tra i diversi territori del Meridione e nonostante siano un territorio estremamente florido per far sviluppare l’economia agricola di qualità ed il mercato del turismo, continuano a rimanere una zona totalmente isolata. Dove mancano strade, ferrovie, aeroporti e tutti quei servizi minimi per una mobilità sicura, efficiente ed europea. Ebbene, c’è un territorio che rivendica questi diritti. E non per vezzo ma per necessità; per sentirsi cittadini italiani, come chi vive al centro e al nord del Paese. Per noi è una campana stonata. Per altri, invece, sono argomenti da cui stare alla larga.
È quanto torna a ribadire il presidente de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, da sempre in prima linea nella vertenza perl’ammodernamento della Strada Statale 106 e sulla necessità di una proficua campagna di investimenti tesa a realizzare interventi strutturali e a togliere dall’isolamento la Calabria Est.
Gli investimenti pubblici – ricorda Graziano – creano lavoro. Se si immettono capitali in questo territorio, paradossalmente e ingiustificatamente escluso dal resto del mondo, significa far crescere il prodotto interno lordo e di conseguenza far crescere il reddito procapite dei cittadini. Significa far fronte alla disoccupazione, significa dare una speranza alla gente e ai giovani che ancora con coraggio vi abitano. Ecco, allora, che l’ammodernamento della Statale 106 – precisa – che inizia sulla Sibari-Roseto ma che deve proseguire anche per la nuova città di Corigliano-Rossano e fino a Crotone assume una triplice valenza. La prima di riscatto sociale e morale di un territorio depauperato e depredato di tutto. La seconda di natura strutturale, in quanto viene garantita agli italiani di questa area (contribuenti anche loro!) una nuova opportunità di muoversi su una strada sicura e moderna. La terza legata allo sviluppo e alla crescita, perché un investimento così importante non potrà che portare, per almeno i prossimi dieci anni, ricadute economiche positive sull’intero territorio.
È per noi una battaglia di civiltà – ribadisce ancora il leader del CCI – per la quale ci batteremo fino alla fine e senza mai indietreggiare. La Lombardia ha ventidue autostrade, ferrovie ad alta velocità che raggiungono tutti i paesi dell’entroterra e aeroporti dappertutto. Cosa abbiamo noi meno degli altri? Nulla! Probabilmente sono proprio gli altri che hanno una classe politica che difende con maggiore forza gli interessi dei propri cittadini e dei propri territori. Se è vero come è vero che il ministro alle infrastrutture Toninelli – lo ha dichiarato ieri – riceve continuamente telefonate dai deputati del Nord. E non credo parlino del parmigiano, della cassoeula o della nebbia in Val Padana!