Dispiace registrare la posizione del collega Orlandino Greco in merito alla fusione dei Comuni di Corigliano-Rossano. Per carità, ognuno è nella facoltà e nalla libertà di esprimere il proprio pensiero. Ma è la coerenza che non torna. Perché se oggi il collega Greco, già Sindaco di Castrolibero e profondo conoscitore delle esigenze e i problemi delle realtà locali cosentine, si ritrova a sostenere le (non)ragioni del Primo cittadino di Corigliano – apertamente schieratosi contro la fusione – o è complice di un disegno mirato a minare il processo di unificazione dei due comuni della Sibaritide oppure, lo scorso 27 Gennaio, in Consiglio regionale, ha approvato una Legge senza conoscere i tempi perentori scanditi dalla stessa normativa che prevedono l’indizione del Referendum, da parte del Governatore, entro i dieci giorni dall’approvazione del deliberato in Consiglio regionale. Delle due, una! L’iter di indizione del Referendum è avviato e dovrà obbligatoriamente farsi. Saranno i cittadini ad esprimersi, qual è il problema? Qual è la paura che si cela dietro questa improvvisa levata di scudi? Dove sta lo scandalo? Quali sono le grandi preoccupazioni del collega Greco e del sindaco Geraci? Se sono così convinti delle loro ragioni (e per carità, avranno anche le loro buone motivazioni!) si battessero per il NO. Andassero dai cittadini di Corigliano e Rossano, che ancora aspettano una risposta chiara dalle Istituzioni,alle decine e decine di soprusi e tagli di servizi avvenuti in questi anni, e motivassero perché e come una città più grande e autorevole non possa essere destinataria di quei privilegi che, del resto, prevedono l’ordinamento giuridico nazionale e regionale. Che sono chiari ed inequivocabili e che in qualunque caso dissipano tutti i dubbi e le perplessità, di natura economico-finanziarie, avanzate da Geraci e sostenute da Greco.