Continuano le prese di posizione sulla “bretella di Sibari” che dovrebbe sorgere sulla tratta Crotone-Cosenza minaccia il futuro della stessa storica stazione di Sibari. Ad intervenire è Pietro Groccia sacerdote della diocesi di Cassano All’Ionio e Parroco della Sibaritide. Il parroco ha inviato una lettera aperta a tutte le Istituzioni per scongiurare tale pericolo.
“Dalla cronaca degli ultimi giorni emerge con insistenza una notizia che minaccia il futuro della storica stazione ferroviaria di Sibari, scrive Groccia, che da sempre rappresenta un fondamentale snodo per i collegamenti con la linea tirrenica; allo stato attuale è l’unico nesso ferroviario in attività di tutta la pianura omonima; essa riveste ancor più un ruolo significante in considerazione della grave mancanza in materia di collegamenti, l’Alta Velocità di cui attualmente dispone è competitiva rispetto all’aereo non solo per costi, ma per la comodità di portare le persone dritti nel cuore delle città, la stazione, poi, è situata nel cuore di un territorio a forte inclinazione turistica per la raffinatezza delle sue coste, per il fascino delle sue colline, per il clima mite e solare che la circonda, per la espansiva accoglienza della gente che la abita”.
Ebbene giova ricordare che si tratta di studio di fattibilità di un’opera ferroviaria ufficialmente finalizzata a raccordare, con una bretella appunto, le due linee ferroviarie per Crotone e per Cosenza. Ma il dibattito è abbastanza vivo.
Groccia ricorda anche la presa di posizione del vescovo che esorta ad ascoltare il territorio. “Oggi questa stessa terra fertile e lussureggiante, che un tempo ha scomodato Pitagora – scrive ancora Groccia – nella storica contesa con i Crotonesi, chiede di NON SUBIRE ULTERIORI OLTRAGGI: l’eventuale soppressione dello scalo ferroviario rappresenterebbe un suicidio medicalmente assistito che amputerebbe ulteriormente gli arti ad un territorio già di per sé alquanto claudicante, con nefaste ricadute in primis sulla dignità degli uomini e della storia, poi sul diritto alla mobilità che potrebbe seriamente compromettere la naturale vocazione turistica della nostra terra penalizzando ancora un economia che già da tempo mostra i segni di una severa depressione”
L’invito alle Istituzioni è diretto:” Nessuno tocchi Sibari e la Sua storica stazione ferroviaria perché Sibari non è di Cassano All’Ionio, non è della Calabria, non è dell’Italia ma è del Mondo proprio perché come dice Franco Cassano è un “Pluriverso” in cui Nord e Sud del mondo possano rinvenire la propria misura, non a partire dalla disumana forza della potenza tecnica ed economica, ma dal riconoscimento dell’inestimabile ricchezza delle proprie tenaci diversità”.