“Gurēt çē na fjasen” (Pietre che ci parlano) è il lavoro editoriale patrocinato dalla Amministrazione comunale a guida Ernesto Madeo (per i tipi di Porfidio editore) sulle epigrafi funerarie presenti nel territorio comunale di San Demetrio Corone.
L’autore, Adriano Mazziotti, per mesi si è cimentato a selezionare le iscrizioni tombali riportate nel locale cimitero, tra le quali spiccano undici trascritte in arbrisht. Fin qui nulla di sorprendente, considerata la peculiarità linguistica locale. Non mancano, tuttavia, iscrizioni riportate in latino, greco antico, inglese, francese, spagnolo e qualcuna anche in tedesco. La presenza di questi idiomi stranieri trova una convincente ragione nel fatto che il defunto visse buona parte della sua esistenza in terra straniera per motivi di lavoro.
Dalla ricerca, viene fuori un “occhio diverso” per guardare i cimiteri. Non solo luoghi legati alla memoria delle persone che non ci sono più ma anche archivi di pietra, simboli della identità cittadina, luoghi della memoria collettiva per eccellenza.
“Per me e per l’Amministrazione comunale che rappresento – annota il primo cittadino, dott. Madeo nella introduzione – è motivo di grande piacere aver promosso la pubblicazione del prof. Adriano Mazziotti, essendo certi che il suo lavoro sarà ampliamente gradito alla comunità locale, sia per la originalità dell’argomento, sia per la bontà dei contenuti trattati con acribia nel corso della esposizione”.
Francesco Altimari, professore ordinario di Albanologia dell’Unical, nella sua presentazione riporta che “Al di là delle comuni e formulari parole d’addio che fanno parte del bagaglio ordinario di espressioni tipiche di cordoglio per la perdita dei propri cari, ritroviamo in esso anche toccanti parole ‘vive’, cariche di sincera pietà umana e religiosa e in qualche caso anche di buona fattura letteraria che riguardano presenze anche rilevanti e significative della nostra storia e della nostra cultura, a partire dalla figura centrale di Girolamo De Rada, richiamata in copertina”.
La manifestazione di presentazione del libro – organizzata dall’Ente comunale in collaborazione con la Fondazione Universitaria “Francesco Solano”, dell’Associazione Culturale “Zjarri – Papàs Giuseppe Faraco” e di Porfidio Editore – si è tenuta nella sala teatro del Collegio, dove ai saluti istituzionali del sindaco Madeo e del consigliere delegato alla Cultura, Emanuele D’Amico, sono seguiti gli interventi del papàs Andrea Quartarolo (Parrocchia di San Demetrio Megalomartire), del Papàs Angelo Prestigiacomo (Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli, Macchia Albanese), del Papàs Giovanni Cassiano (Parrocchia San Michele, Sofferetti), di Francesco Altimari, docente Unical e presidente della Fondazione Universitaria “Francesco Solano”, di Mario Bolognari, già Ordinario di Antropologia culturale presso l’Università di Messina e dell’autore.
Nel corso dell’incontro, introdotto e coordinato da Pasquale De Marco, presidente dell’Associazione Culturale “Zjarri – Papàs Giuseppe Faraco”, il libro è stato donato in omaggio ai tanti presenti.