di ROSSELLA MOLINARI
«Ho impedito porcherie, questa è la verità!». Si inasprisce giorno dopo giorno il clima di veleni che sta caratterizzando la campagna elettorale 2016. L’ex sindaco di Cassano all’Ionio Giovanni Papasso respinge ogni illazione circa aspetti poco chiari della vita amministrativa degli ultimi anni e rilancia sull’inchiesta in corso tesa a fare luce su una serie di avvenimenti nonché su presunte “pressioni politiche”. Un’inchiesta sulla quale è massimo il riserbo da parte degli inquirenti, mentre in città le voci si rincorrono. Ed è per questo che l’ex primo cittadino, sfiduciato lo scorso mese di novembre con le dimissioni di nove consiglieri comunali che hanno determinato lo scioglimento anticipato della civica assise, ha sporto una denuncia per violazione del segreto istruttorio chiedendo di essere ascoltato dai magistrati. Papasso parla di una vera e propria “aggressione morale” di cui sarebbe vittima da quando si è entrati in clima elettorale, con “toni e modalità tali da destare forte preoccupazione”.
Si contestano, nello specifico, per come contenuto nell’atto di denuncia depositato presso la Tenenza dei Carabinieri di Cassano all’Ionio, alcune dichiarazioni attribuite ad alcuni avversari politici, del tipo: «Stanno indagando l’ex Sindaco perché ha fatto pressioni sui consiglieri, tra poco gli arriva l’avviso di garanzia e così non si potrà più candidare alle prossime elezioni»; «tra poco lo faremo arrestare, vedrete!»; «la Procura di Castrovillari e i carabinieri di Cassano stanno indagando su Gianni Papasso per le pressioni che ha fatto ad alcuni ex consiglieri comunali per non sfiduciarlo, e lo vogliono arrestare». Espressioni che, sostiene Papasso, «oltre a rappresentare il malcelato tentativo di distruggere, sotto la scure della diffamazione, la mia persona e di avvelenare la campagna elettorale… costituiscono una violazione del segreto istruttorio ex art. 379 bis c.p.». Sotto accusa, inoltre, anche un post su Facebook, mentre sarebbe in atto, secondo l’ex primo cittadino, una «divulgazione, precisa e circostanziata, di notizie che se anche vere sarebbero comunque coperte dal segreto istruttorio, facendo leva su un “caso” artatamente e sapientemente costruito dai miei avversari politici» che «nulla ha a che vedere con la normale contrapposizione politica». La “lotta politica” soprattutto in pieno clima elettorale «può conoscere anche toni aspri e pungenti – afferma Gianni Papasso – ma non può mai prescindere dal rispetto della sfera morale della persona e, soprattutto, della verità che, nel caso di specie, viene volutamente e costantemente calpestata». Vi sarebbe, inoltre, l’obiettivo di «cercare di dare un senso e una giustificazione alle dimissioni dalla carica di consigliere comunale che hanno determinato la mia caduta dalla carica di sindaco della città di Cassano all’Ionio e che non sono mai state realmente motivate». Da qui l’analisi degli eventi che si sono susseguiti dopo lo scioglimento del consiglio comunale: «I miei avversari politici – scrive l’ex sindaco nella denuncia – hanno tentato, in un primo momento, di insinuare nell’opinione pubblica che mi ero reso responsabile di un indebitamento per diversi milioni di euro del comune.
Immediatamente, però, con atti pubblici, dimostravo che si trattava solo di un’accusa infondate! E, allora, dopo aver smentito questo primo addebito, i miei competitor tornavano nuovamente alla carica, affermando pubblicamente che mi ero reso responsabile di una fantomatica morosità dell’ente nei confronti della Sorical ma anche questo tentativo falliva miseramente. A questo punto, occorreva inventare uno stratagemma teso a screditarmi con maggiore efficacia e principalmente volto a far dimenticare che nell’ultima seduta del consiglio comunale del 2 novembre allorquando, dinanzi al popolo e alle televisioni, chiedevo espressamente ai consiglieri d’opposizione se mai avessi avanzato loro proposte e/o promesse in cambio di sostegno in seno al consiglio, essi escludevano comportamenti di questo tipo da parte mia! Anzi, in molti si mostravano addirittura straniti di quella domanda; e uno in particolare, anch’egli consigliere d’opposizione (successivamente dimissionario) intervenendo dopo di me, nelle battute iniziali del suo discorso sottolineava, addirittura, la mia onestà e la mia rettitudine. Ed ecco, però, che a distanza di mesi tutto cambia!». Da qui la denuncia, chiedendo agli organi inquirenti di «svolgere con estrema urgenza attività d’indagine volte all’individuazione del gravissimo reato in questione e di reprimere le suddette condotte». L’ex sindaco chiede inoltre «di essere sentito onde fornire elementi utili all’accertamento della verità».