Un Hotspot per immigrati nel porto di Corigliano ? No grazie. E’ decisa la posizione del Movimento 5 Stelle che in un comunicato stampa elenca le motivazioni che lo spinge ad essere contrario. “Abbiamo appreso, grazie al continuo impegno e monitoraggio che il M5S di Corigliano attua su tutti gli atti amministrativi e gli eventi (tutti nefasti) che interessano la nostra città, che il prefetto di Cosenza Tomao – si legge nella nota – ci vuole imporre l’allestimento di un hotspot nel nostro porto, in attuazione di uno scellerato disegno governativo. Secondo quanto dichiarato dal capo del Dipartimento Ministeriale, Gerarda Pantalone, in Calabria sono in corso contatti con le istituzioni, per aprire tre hotspot, uno dei quali a Corigliano (400 posti). Il tutto sotto gli occhi consenzienti, e forse anche compiaciuti, del nostro sindaco Giuseppe Geraci e dell’assessore alle politiche sociali Marisa Chiurco. Gli hotspot – spiegano i pentastellati – sono strutture non regolamentate, teoricamente allestite per identificare, registrare e raccogliere le impronte digitali dei migranti appena sbarcati.
Le operazioni dovrebbero avere la durata massima di 48 ore, per poi procedere al ricollocamento degli immigrati nei vari stati membri. Purtroppo, per come dichiarato dal Prefetto di Trapani, Leopoldo Falco, registrare un numero così elevato di migranti è molto complicato. La maggior parte dei migranti che arrivano in Italia, afferma Falco, rifiuta di farsi identificare e le autorità italiane non possono fare altro che lasciarli andare dopo 48 ore dall’arrivo, perché questo prevede la legge. Inoltre non ci sono abbastanza strumenti per la detenzione e la conseguente espulsione di chi rifiuta di farsi registrare. E’ evidente che tale sistema non funziona perché alle identificazioni non corrisponde mai un risultato positivo in termini di persone ricollocate e persone rimpatriate. Unico risultato è l’aumento di stranieri con un decreto di respingimento differito del questore che intima di lasciare il nostro paese in sette giorni. Da queste poche righe su cosa è, e come funziona un hotspot, è evidente la grande ripercussione sul tessuto sociale della collettività che ospita una struttura del genere. Ecco perché – prosegue la nota del M5S – il silenzio e la poca trasparenza in merito ad una questione così delicata, (esattamente per come è avvenuto nel nostro paese in occasione dell’apertura di un Cas , che attualmente ospita 50 immigrati) ci fa ben supporre che la nostra attuale amministrazione non agisce nel bene e nell’interesse della comunità ma il suo operato, posto in essere anche in modo subdolo, risponde a logiche a noi non comprensibili. Ci saremmo aspettati, da parte del sindaco e dell’assessore preposto, una maggiore opposizione all’inquietante progetto dell’allestimento di un hotspot nel porto di Corigliano, forti anche del fatto che Corigliano ha superato il limite fissato al 2.5 per mille per abitante, in merito all’accoglienza dei migranti. Il M5S di Corigliano si opporrà con tutte le sue forze all’allestimento di un hotspot nel porto di Corigliano”.