IC Erodoto, giornata mondiale della disabilità tra attività e approfondimenti

In occasione della Giornata Mondiale della disabilità l’IC Erodoto ha promosso una serie di iniziative volte a sensibilizzare studenti, docenti e genitori in merito a una tematica cara all’Istituto. La Giornata del 3 dicembre è stata celebrata riflettendo sulle diverse dimensioni della disabilità per culminare in un Caffè Pedagogico d’eccezione dal titolo “I Siblings.  Fratelli e sorelle di persone con disabilità”, una tematica di rado trattata che ha permesso di entrare nel mondo complesso della disabilità da un punto di vista differente e generalmente non preso in considerazione. Già alla vigilia della giornata l’istituto ha promosso un incontro in collaborazione con l’Unione Italiana ciechi.

Così come sin dalla mattinata del 3 Dicembre tutti i plessi dell’Istituto e tutti i bambini e ragazzi hanno svolto attività inerenti la tematica. Contestualmente ogni ordine e grado ha elaborato la tematica nell’ottica di un curriculo verticale.

Punto culminante della giornata è stato poi il Caffè Pedagogico fortemente voluto dalla dirigente scolastica Susanna Capalbo che per l’occasione ha riunito in un tavolo tecnico tutte le istituzioni che sono chiamate a occuparsi della disabilità.

L’incontro, avvenuto presso il Centro Di Eccellenza di Corigliano-Rossano ha visto la partecipazione di un folto gruppo di docenti in primis, ma anche di famiglie di persone con disabilità che per la prima volta sono state chiamate in causa in un incontro la cui attenzione è stata focalizzata sui familiari che si prendono cura di persone con necessità complesse. Il punto nodale di tutto l’evento è stato infatti: “chi si prende cura di chi cura?” Un capovolgimento di prospettiva che muove diversi interrogativi e che spinge a una riflessione profonda sotto svariati punti di vista. Ciò che è emerso, infatti, dai vari interventi è stata la consapevolezza di una mancanza di attenzione al mondo familiare che gravita attorno alla persona con disabilità. Quella dei Siblings, come sottolineato dal docente Gallo, è una tematica delicata e poco studiata con una carenza nella metodologia e nella pedagogia che fa sì che non esistano strategie di supporto per i Siblings e di conseguenza la dimensione ambientale non sempre garantisce una buona qualità della vita. Da qui la necessità di attivare delle strategie di supporto psicologico e, da punto di vista educativo, una maggior attenzione e cura verso coloro che vivono tale condizione. Il vicesindaco Prof. Giovanni Pistoia ha elencato tutte le misure promosse dal Comune, sottolineando la necessità di rintracciare ulteriori fondi e progetti nella convinzione che si può e si deve fare di più.

La dott.ssa Puntorieri poi, attraverso un’attenta disamina del tema ha toccato diversi aspetti che vanno dalla comunicazione della diagnosi alla famiglia, portatrice troppo sovente di stati di stress prolungato, isolamento sociale e scarsa qualità della vita. A tale proposito a fronte di una carenza di strategie in merito, ci si deve incentrare su un maggiore supporto nella comunicazione tra le famiglie che accolgono persone con disabilità, promuovendo la creazione di gruppi di mutuo aiuto anche coadiuvati da specialisti del settore. Sulla stessa scia la Dott.ssa Marinella Alesina invita alla collaborazione per poter dare risposta a un bisogno sottolineando come la disabilità sia un problema sociale e non solo della famiglia. Il punto nodale è proprio la carenza di un sistema integrato, di un supporto ai così detti sostegni informali. Dal punto di vista ecclesiale, invece, Don Agostino Stasi, ha sollevato un ulteriore interrogativo: «si parla sempre di disabilità ma mai di siblings forse perché è un punto di imbarazzo?» un fatto culturale che tende ad isolare queste famiglie e in ciò ha ribadito la necessità di “ascoltare” attraverso la creazione di gruppi di mutuo aiuto, di una maggiore formazione sull’argomento nonché la reale necessità di fare rete per garantire a tutti una migliore qualità della vita.

A chiusura dell’incontro la Dirigente Scolastica Susanna Capalbo ha riferito il perché della scelta di un tema così particolare nato dall’intenzione di indagare una dimensione poco conosciuta, una condizione che si vive in maniera forte e della quale la scuola e le Istituzioni tutte sono chiamate a farsi carico e a intervenire (Comunicato stampa).

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