Il Chidichimo di Trebisacce torna a essere Ospedale Generale, almeno sulla carta

TREBISACCE – Fatta finalmente giustizia: il Piano Regionale Sanitario 2024 varato nei giorni scorsi dal Presidente della Regione Calabria nonché Commissario Straordinario per la Sanità Regionale, nel rispetto delle reiterate sentenze del Consiglio di Stato da sempre patrocinate dall’Avv. Giuseppe Mormandi e grazie alle tenaci interlocuzioni istituzionali tra il commissario ad Acta dr.ssa Dora Di Francesco, il Comune di Trebisacce e i vertici sanitari regionali e provinciali, apporta la tanto attesa correzione e restituisce al “Chidichimo” la funzione di “Ospedale Generale – Sede di Pronto Soccorso”. Stessa destinazione e stessa configurazione per l’Ospedale di Praia a Mare che, insieme al “Chidichimo”, oltre a tutti i servizi di diagnostica prevede la Medicina Generale, la Chirurgia Generale, il Pronto Soccorso e tutti i servizi annessi e connessi. Vengono invece confermati quali “Ospedali di Zona disagiata” gli Ospedali di Acri, San Giovanni in Fiore e Cariati che comunque saranno dotati di SOS di Medicina Generale e di Chirurgia Generale con tutti i servizi di supporto. Oltre alla Direzione Medica e alle Funzioni Amministrative l’organigramma dell’Atto Aziendale relativo agli Ospedali di Trebisacce e Praia a Mare, riscontrabile peraltro sul sito della Regione, per la SOC (struttura organizzativa complessa) di Medicina Generale prevede il Day Hospital, la Gastroenterologia, l’Ecografia Internistica, il Servizio di Diabetologia, il Day Service Oncologico e il Day Service Cardiologico. Per la SOC di Chirurgia Generale dei due suddetti ospedali sono invece previsti il Day Surgery, il SOS (struttura organizzativa semplice) di Radiologia e di Analisi, la Farmacia Ospedaliera ed i Servizi di Anestesia al servizio della SOC di emergenza ospedaliera e della SOS di Pronto Soccorso. Ovviamente, pur considerando che in realtà sono in corso i lavori che riguardano il ripristino delle sale operatorie e l’adeguamento dei locali che dovranno ospitare i due Dipartimenti ed i Servizi di supporto, si tratta di correzioni apportate al momento solo sulla carta e che saranno concretizzati solo se ci sarà veramente la volontà politica di farlo e di restituire alle popolazioni dell’Alto Jonio un diritto finora negato e un minimo di dignità. In questo senso si giustifica anche il pessimismo e la rassegnazione delle popolazioni locali per i troppi proclami sprecati nel corso degli anni a partire dal 2010 allorquando il “Chidichimo” è stato chiuso. Si tratta comunque di passaggi burocratici indispensabili ma che potranno trasformarsi in fatti concreti se e quando ci saranno le figure mediche e infermieristiche necessarie per poter fare ritornare in vita il “Chidichimo”.

Pino La Rocca

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