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Il Comune di Corigliano-Rossano vince due cause per quasi 5 milioni di euro

(Comune di Corigliano Rossano) CORIGLIANO ROSSANO – Nell’ambito della complessa attività di gestione del contenzioso del Comune, all’interno del quale spesso si annidano molte difficoltà degli enti comunali, quindi anche del nostro, in termini di risorse e personale, è utile comunicare alla Comunità come il lavoro di questi anni stia dando importanti risultati non soltanto per cause simboliche, come quelle di Insiti.

Ci riferiamo in particolare a due cause, la prima promossa da Eni Spa per un importo di €2.125.000,00 e l’altra promossa da BFF Spa per un importo complessivo di €2.700.000,00, entrambi riguardanti presunti debiti da energia elettrica.

È proprio di oggi la sentenza con il quale il giudice ordinario ha rigettato la richiesta di BFF BANK per presunti crediti nei confronti del Comune, difeso dall’Avvocatura Comunale.

Nella pronuncia si è riconosciuto come valido quanto sostenuto dal Comune, ovvero l’infondatezza della domanda proposta dalla società a causa della mancata produzione degli atti finalizzati a legittimare i crediti rivendicati e, inoltre, veniva contestata energicamente la richiesta di interessi moratori. Da sottolineare come tali interessi mettono letteralmente in ginocchio le amministrazioni pubbliche poiché prevedono tassi altissimi. Nella pronuncia, peraltro, BFF Bank è stata condannata al pagamento nei confronti dell’Ente delle spese legali.

È del 9 gennaio, invece, un’altra importante sentenza su una vicenda storica e piuttosto complessa di presunti crediti per i quali Eni S.p.A. si era rivolta al tribunale di Milano per il recupero di oltre 2 milioni di euro. Alla base del credito ci sarebbe stata la presunta somministrazione di energia elettrica nei confronti dell’ex Comune di Rossano dal 1° luglio 2012 fino al 30 settembre 2013.

Nell’ambito di questa vicenda spuntò addirittura un contratto sottoscritto da un funzionario comunale inesistente e, come è stato dimostrato dagli uffici comunali competenti insieme all’avvocatura, con timbri difformi da quelli autentici.

Come spesso succede ci sono voluti molti anni per far valere le ragioni del Comune, che ha certamente avuto il merito – per il tramite dei responsabili del settore Patrimonio che si occupavano all’epoca delle forniture, oltre che dell’avvocatura comunale – di non lasciarsi intimorire dalla cifra richiesta in sede legale e di produrre tutta la documentazione necessaria per ottenere la revoca definitiva del decreto ingiuntivo.

Spesso la Pubblica Amministrazione è oggetto di facili critiche per presunti sprechi o per apparente superficialità. Questi due casi, per i quali l’Amministrazione ha concordato con Avvocatura Civica la strada della resistenza in giudizio nei confronti di agenzie di credito e simili specializzate nei confronti della Pubblica Amministrazione e che valgono circa 4,8 milioni di euro, dimostrano il contrario, con un lavoro organizzativo e di merito spesso poco visibile alla cittadinanza, ma in vero molto importante che persegue con tenacia l’interesse dell’ente.(comunicato stampa)

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