Disciplina invasiva anche in riva allo Jonio cosentino, maggiori incrementi durante la pandemia. Gioco snello, semplice e accessibile a tutti.
Impazza la moda del Padel a Corigliano – Rossano: aumento vertiginoso nelle poche strutture ricettive presenti in tutto il territorio della Sibaritide e prenotazioni alle stelle. E tutto questo in piena pandemia. A riposo i campi da tennis ormai inutilizzati, il Padel abbraccia tutte le fasce anagrafiche, donne e uomini. Insomma è uno sport aperto a tutti. Gli intervistati lo ritengono di facile apprendimento, semplice e immediato. Ai neofiti bastano un paio di brevi lezioni iniziali da parte di istruttori qualificati, spesso provenienti dal mondo del tennis ed è fatta. È una disciplina dove si richiede meno tecnica rispetto al tennis. La racchetta è facile da maneggiare, più piccola rispetto a quella abituale. Abbigliamento come quello del tennis, eccezion fatta per le scarpe da adeguare ai campi Padel leggermente più duri. Il flusso crescente di appassionati non ha una motivazione specifica al momento, sebbene sia una disciplina presente sin dagli anni ’60, nata in Messico, per poi arrivare in Argentina e Spagna. Ed ora in Italia. Si gioca in quattro e la sfida è due contro due, il famoso “doppio” del tennis. Sport aerobico, si bruciano calorie, si lavora sulla velocità e sulla prontezza dei riflessi. Ci si muove tanto, una partita dura un’ora e mezzo e si possono consumare fino a 800/900 calorie.
L’impennata dall’aprile scorso
Massimo Fino è presidente dell’Associazione Sporting Club di Corigliano Rossano nonché istruttore di Padel e Tennis del circolo la casa del Padel. «Siamo già circolo tennis da anni, da aprile 2021 è scoppiata una incontenibile moda per il Padel. Paradossalmente la pandemia ha dato un maggiore impulso a danno degli sport di squadra costretti a fermarsi ( calcetto, calcio, volley, basket) e in molti si sono riversati sul Padel. Ci sono dei protocolli Covid da rispettare ma sono molto meno restrittivi rispetto ad altre discipline». I dati dei flussi sono stati attentamente analizzati: circa il 20% delle presenze è ex tennisti, 40% proviene dai giochi di squadra (calcetto, calcio, basket, etc) e per il 30% si tratta di nuovi affiliati amanti del Padel». Si scoprono dei veri talenti sia in area jonica sia su scala regionale, tanti sono i tornei (over e under) in cui si possono riscontrare tanti bravi giocatori, anche se «la Calabria, afferma Fino, sconta i ritardi di sempre come in ogni altro settore. C’è bisogno di formazione, con nuovi maestri riconosciuti dalla federazione italiana tennis». La struttura si trova a Corigliano in contrada S.Lucia, per il momento ospita due campi e gli appassionati arrivano da tutto il territorio della Sibaritide. I costi di realizzazione dei campi per il Padel si aggirano attorno ai 30mila euro. In questi mesi si registra un aumento vertiginoso a causa dei rincari relativi al reperimento delle materie prime (ferro, legno, etc) ma anche per l’incremento della domanda e dell’offerta. «Da qui a poco nasceranno altri campi Padel, continua Fino. Il problema sarà la qualità delle strutture ma anche la mancanza di figure competenti addette alla gestione e alla formazione. Il rischio è che il livello qualitativo possa far fatica ad elevarsi». Tuttavia, secondo Fino, «l’eventuale aumento di nuovi impianti è da considerare un fatto positivo perché aumenta l’offerta e cresce la sensibilità verso questa disciplina». È importante, dunque, la formazione. Sono tre i livelli (I, II e maestro nazionale) di istruttore professionale, ed è ovvio che per chi viene dal mondo del tennis sia tutto più semplice.
Le differenze tra uomini e donne
Andrea Viceconte è istruttore di primo livello (Padel), proviene dal tennis: « Mi sono affacciato al Padel da poco tempo. È un gioco completamente diverso dal punto di vista tattico rispetto al tennis (posizione in campo, pallonetto, etc)». Per alcuni padellisti/e è curiosa la massiccia presenza femminile. «Ho notato grande partecipazione delle donne a questa disciplina, racconta un socio del circolo, considerata la ritrosia dimostrata in altre discipline». Per una delle tante donne presenti nella struttra, proveniente da Francavilla marittima, si tratta di un gioco «più aggregante e meno solitario. La forza del Padel è giocare subito, divertirsi, e il dinamismo». Alla domanda se siano più bravi gli uomini o le donne in questo gioco, una delle intervistate risponde: «Gli uomini hanno dalla loro la forza, ma in questo gioco tecnica e strategie sono componenti vincenti». Un’altra testimonianza racconta l’inizio di questa passione: «Non sono mai stata una sportiva. Tutto nasce dal lock down, ed ora sono diventata una malata di Padel».