Alto Jonio a ferro e fuoco in questi giorni di caldo torrido e pompieri che corrono da una parte all’altra per salvare quel poco di verde scampato agli incendi, per lo più dolosi, degli anni scorsi e talvolta per salvaguardare e mettere in sicurezza la gente. E’ proprio quello che è successo nella giornata di giovedì ad Amendolara Marina dove le fiamme, alimentate da un forte vento di ponente, hanno imperversato per l’intera giornata e ridotto in cenere un grosso polmone di verde nei pressi del centro abitato, minacciando molto da vicino il parco-macchine di un auto-salone e le abitazioni adiacenti. Sono stati veramente momenti di panico collettivo perché prima che arrivassero i Vigili del Fuoco volontari di Trebisacce le fiamme, trovando terreno fertile tra le sterpaglie e nella boscaglia infuocata, si sono alzate alte in cielo seminando paura e smarrimento tra gli abitanti del quartiere che, impotenti e disarmati, non sapevano cosa fare per arginare la furia del fuoco che, alimentato dal vento si è inerpicato lungo gli argini del torrente Straface anch’esso ricco di boschi resinosi e di vegetazione spontanea ha imperversato per tutta la giornata ed è stato ridotto alla ragione solo in tarda serata. Ma anche qui il fuoco ha incenerito una vasta area di verde aggiungendo un’altra grande macchia di terra bruciata nel lugubre scenario disegnato dagli incendi degli anni scorsi e di quest’anno. Sì, perché quest’anno il caldo torrido e anomalo del mese di giugno, che peraltro pare abbia trovato impreparato il sistema aereo di intervento e di spegnimento degli incendi (nell’Alto Jonio ancora non si è visto un Canadair nonostante ci siano già stati vasti incendi ad Albidona, a Villapiana, a Trebisacce e ad Amendolara) ha già prodotto effetti nefasti sul nostro patrimonio boschivo agevolando l’opera di persone senza cuore e senza cervello come sono i piromani. E fanno bene allora quanti, analizzando i devastanti danni ambientali prodotti dagli incendi, chiamano in causa le istituzioni comunali e sovra-comunali incapaci di fare rete per arginare il triste fenomeno degli incendi senza trascurare però le responsabilità dei singoli cittadini che non fanno niente per denunciare e per isolare le persone sospettate. Com’è infatti possibile, si chiede qualcuno sul web invitando i cittadini a collaborare nel segnalare presenze sospette ed i sindaci stessi a fare rete e dotarsi di un piccolo dispositivo antincendi con cui intervenire nell’immediatezza per evitare che il fuoco prenda il sopravvento, che in zone così martoriate dagli incendi dolosi non si riesca a prendere qualche piromane con le mani nel sacco?