Una vera e propria catastrofe, quella che si sta consumando nelle montagne della Sila e della Sila Greca in particolare. Paleparto, con tutte le zone adiacenti, ormai quasi non esiste più. E stiamo parlando di una delle aree boschive più belle della montagna di Longobucco, a rodosso di quella di Rossano, Paludi e Acri. Una zona di altissimo valore naturalistico, ma anche imprenditoriale. In questa zona, infatti, vi si pratica(va) trekking, raccolta funghi, taglio di legna. Abbiamo perso tutto. Abbiamo perso, in diciotto giorni, un patrimonio naturalistico di valore incalcolabile. Secoli per costruirlo, diciotto giorni di criminalità, inefficienza e incapacità per distruggerlo. A Monte Paleparto il fuoco ha iniziato a bruciare alberi e sottobosco sin dal 24 luglio scorso. Le prime richieste di aiuto e segnalazioni sono arrivate ai Vigili del Fuoco e a Calabria Verde già il 27 luglio. L’incendio, in quei giorni, era circosritto, seppur grande. Ma la superficialità e il mancato tempestivo intervento di canadair e degli elicotteri, oltre che dei pk via terra, ha portato poi l’incendio ad allargarsi sempre più. Fin quando Calabria Verde si è decisa a intervenire con più forza. Ma il danno, ormai, era stato fatto. Da lì in poi abbiamo potuto constatare una chiara e inequivocabile mancanza di preparazione di Calabria Verde nello spegnimento degli incendi boschivi. E qui la Regione Calabria dovrebbe darne conto. Speriamo che la Procura di Castrovillari indaghi a fondo. E’ emersa la scarsa preparazione dei Dos (direttori operazioni di spegnimento) e degli operai di Calabria Verde. Se ne salva giusto qualcuno. Grandissima volontà, per carità. Ma non serve, non basta quella. La preparazione dei Dos è stata fatta grazie a un corso di pochi giorni predisposto dall’ex direttore Frugiuele. Gli incendi a Paleparto sono dolosi. E ad appiccarli è stata gente che conosce benissimo quella zona. Nel corso degli ultimi anni in questa zona alcune aziende boschive hanno effettuato tagli abusivi in maniera criminale. Adesso, con ogni probabilità per eliminare ogni prova, visto che il Procuratore di Castrovillari Facciolla ha avviato indagini molto accurate, qualcuno vi ha dato fuoco. Distruggendo, purtroppo, anche boschi di aziende serie. Come l’azienda Galati. Impegnata da più generazioni nel taglio programmato e cadenzato di legna. Un’azienda seria. Che negli ultimi venti anni ha visto crescere i propri alberi in attesa del taglio. Che si sarebbe dovuto verificare da quest’anno in poi. Tutto andato distrutto. La famiglia Galati ha scritto al Prefetto di Cosenza Gianfranco Tomao. Quando si concedono le concessioni per i tagli boschivi si vada prima a verificare la “fedina” delle aziende. Si impedisca, pertanto, di effettuare tagli ad aziende “malate”. Che speculano sui boschi. Tutelando, invece, quelle serie. E ce ne sono. L’azienda Galati, ad esempio, ha fatto formazione per l’Accademia di scienze forestali di Firenze per il taglio a scelta a piccoli gruppi in zona Picolara. Oggi distrutto dalle fiamme. Allora, siccome il fuoco non è ancora spento, si intervenga al più presto con l’Esercito Italiano. Cosa serve tenere i nostri militari nelle caserme o in ferie? Quando c’è una catastrofe come un terremoto, si fa intervenire l’Esercito. Perché ora no? Cosa si aspetta? Calabria Verde ha fallito. Se ne prenda atto. I Comuni e la Regione facciano qualcosa. Altrimenti saranno correspèonsabili di questo immande disastro.