Insediamento Baker Hughes a Corigliano-Rossano, Abate: «Segnerebbe la fine dei progetti del e per il nostro territorio»

toninelli

(Avv. Rosa Silvana Abate, ex parlamentare) – Lo scorso sabato 31 agosto, nella sala della giunta del Palazzo Comunale area urbana Rossano si è tenuta la Capigruppo del Consiglio Comunale di Corigliano Rossano, per discutere della questione dell’ insediamento industriale nel Porto di Corigliano Calabro.
Alla riunione erano presenti il presidente dell’ Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e jonio, ammiraglio Andrea Agostinelli, i referenti a vario titolo della Baker Hughes- Nuova Pignone, alcune sigle sindacali e soggetti portatori di interessi diffusi o di categoria datoriali.
Ho preso parte alla suddetta capigruppo in qualità di vicepresidente dell’ associazione nazionale Copoi (produttori ortofrutticoli italiani).
La riunione è risultata essere chiarificatrice e determinante sotto vari aspetti (a dire il vero già noti).
La riunione si è svolta con la dovuta competenza e professionalità di tutti i partecipanti.
I capigruppo presenti hanno rivolto alle autorità presenti e ai rappresentanti della Società interessata domande precise e circostanziate e, non poche volte con determinazione ed insistenza degli stessi, sono arrivate le risposte da parte degli interlocutori.
A voler sintetizzare la lunga, faticosa, ma serena, riunione si può affermare:
1) la procedura amministrativa seguita per il rilascio della concessione nel porto di Corigliano Calabro per l’insediamento Industriale da parte della Baker Hughes-Nuova Pignone presenta delle zone d’ombra, e a tratti delle irregolarità procedurali, (già sollevate nelle sedi competenti dal Comune di Corigliano Rossano).
2) da parte della società investitrice è emersa una descrizione approssimativa e, in alcuni punti, non corrispondente a ciò che è contenuto nella relazione del progetto esecutivo, presentato dalla suddetta alle istituzioni interessate, sugli spazi utilizzati e sulle banchine richieste e date in concessione.
3) È stata confermata l’ assenza del PRP del porto di Corigliano-Calabro, e quindi di una pianificazione a garanzia della destinazione del porto stesso e dei progetti già avviati nel porto (cantiere navale e banchina per le crociere, fosse solo per questione di spazio decisamente insufficiente).
4) È emersa una grave incertezza sul livello occupazionale e quindi dei posti di lavoro disponibili e certi.
Si è parlato indistintamente, e senza distinzione numerica, di posti di lavoro “diretti” ed “ indiretti” ma non è stato consegnato o illustrato nessun piano occupazionale certo.
5) È stato confermato dai responsabili della società che attualmente NESSUN PORTO DEL MONDO ospita questo tipo di attività d’industria pesante per la costruzione (saldatura, verniciatura e sabbiatura) di manufatti metallici enormi e fuori misura, sulle proprie banchine.
Il nostro Porto quindi , senza nessun termine di paragone dovrebbe essere immolato a questo “esperimento”.
6)È stato accertato che i vari siti della Società suddetta ( anche quelli che sono in Italia) sono tutti fuori dai porti, compresi i siti di Lamezia e di Avenza.
Nel corso della riunione è stato più volte ribadito, che nel concetto d’ industria portuale non è assolutamente compreso e previsto, all’interno dei porti, nessuna attività di metallurgia pesante e che tale attività trovano la loro allocazione naturale nelle zone industriali.
Alla domanda esplicita, e più volte ripetuta da parte dei capigruppo presenti in riunione, sul perché la società non sposta il progetto nella zona industriale del nostro comune, adiacente al porto la risposta della società è stata semplicemente: “per questioni economiche e tecniche della società “.
Noi ribadiamo che per questioni economiche e tecniche del nostro territorio e della nostra città l’insediamento deve essere realizzato nella zona industriale della Comune di Corigliano-Rossano.
Ai puri interessi tecnici ed economici di una società privata riteniamo vadano sempre e assolutamente anteposti e tutelati gli interessi della città, del territorio, e del bene comune.
Infine, e non per ultimo, in qualità di vicepresidente del Copoi ho espressamente detto che il porto di Corigliano Calabro deve assolutamente essere destinatario di progetti per la logistica e la commercializzazione dell’importante settore agroalimentare, che costituisce il pilastro della ricchezza e dell’economia della città di Corigliano-Rossano e della Sibaritide tutta. Tale comparto vanta eccellenze nel Made in Italy, riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo e il Porto della nostra città deve essere necessariamente, e senza più perdere tempo, inserito come infrastruttura strategica in questo settore fortemente trainante per la nostra economia.
Esattamente come sta avvenendo nei vicini porti di Bari e Brindisi, anche utilizzando soldi del Pnrr.
La situazione risulta oramai chiara e tale investimento nel porto di Corigliano, la cui concessione ha la durata trentennale (a differenza della concessione del cantiere navale che dura solo quindici anni) segnerebbe la fine dei progetti, del e per il nostro territorio, per uno sviluppo dello stesso nel pieno rispetto della sua destinazione naturale e giuridica: commerciale, ittica e turistica.
Tanto dovuto per informare la popolazione.

(comunicato stampa)

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