È quanto contenuto nel corpo di un’interrogazione a risposta orale presentata lo scorso venerdì al protocollo dell’Ente dai consiglieri comunali Vincenzo Scarcello, Adele Olivo e Giuseppe Graziano (Il Coraggio di Cambiare l’Italia), Gennaro Scorza (Graziano Sindaco), Costantino Baffa (Lega Salvini), Rosellina Madeo (Fiori d’Arancio) e Gino Promenzio (Civico e Popolare), indirizzata al Sindaco e all’Assessore agli Affari legali.
«L’area di Insiti – dicono i consiglieri – è strategica nelle prospettive di unificazione urbana della nuova Città. È lì che sta sorgendo il nuovo ospedale della Sibaritide, è in quell’area – in ossequio anche delle nuove linee di sviluppo tracciate all’interno del PSA all’indomani dell’unificazione dei due ex comuni – dovranno sorgere nuovi servizi per l’utenza di Corigliano-Rossano e della Sibaritide. Ed è lì che, così come previsto dalla legge regionale sulla fusione, dovrà sorgere la nuova cittadella Comunale: il centro direzionale cittadino che governerà sui sette municipi».
«Al momento, però, – ricordano i Consiglieri comunali di Opposizione – quell’area rimane impropriamente in mano ad un cittadino che ha avviato la procedura giudiziaria per appropriarsi del terreno e della struttura. Vorremmo capire quali sono le intenzioni dell’Amministrazione comunale per non far arrivare la pratica ad un punto di non ritorno. Il sindaco è nelle condizioni, oggi, di ripristinare la legalità. La legge, infatti, gli consente di avviare uno sgombero coatto dell’immobile che, ai sensi dell’art. 826, comma 3, del codice civile, appartiene al patrimonio indisponibile del comune di Corigliano-Rossano. Cosa si aspetta a ricondurlo sotto la diretta gestione dell’Ente?»
«Chi sostiene che la pratica sia già chiusa a vantaggio del privato – precisano i sette Consiglieri comunali – sbaglia e probabilmente lo fa volutamente. Perché quel bene appartiene ancora e a tutti gli effetti alla comunità di Corigliano-Rossano ed è da lì che dovrebbe partire un nuovo piano di urbanizzazione che unisca fisicamente i due centri urbani. Essere contro questa visione, che è chiara da sempre, significa essere contro al progetto di sviluppo della nuova terza Città della Calabria».
(comunicato stampa)