Il progetto, curato dalle professoresse Patrizia Zeppetella del Geometra e Antonella Marchianò e Giovanna Laino della Scuola Secondaria di Primo Grado “Roncalli” dell’I.C Rossano 3, diretti entrambi dal dirigente Alfonso Costanza, per un intero secondo quadrimestre ha coinvolto gli studenti delle due realtà scolastiche nella lettura del romanzo e nella ricerca e disamina di spunti di riflessione sulla conoscenza della “diversità” della minoranza linguistica storica albanese in Italia, concentrata soprattutto nella provincia di Cosenza e particolarmente nelle colline attorno al nuovo assetto urbano di Corigliano-Rossano.
Ha aperto i lavori il Dirigente Scolastico Ing. Alfonso Costanza, citando i riferimenti legislativi sulla tutela delle minoranze linguistiche e soffermandosi sul ruolo della scuola nel compito educativo per la costruzione non solo di una società dei diritti, ma anche di una società basata sul rispetto, sulla conoscenza e sulla multiculturalità.
Di seguito il dott. Salvatore Bugliaro, presidente del club del libro della Sibaritide, ha tracciato le linee storiche essenziali che hanno portato gli insediamenti albanesi nell’Italia centro-meridionale, sottolineando che molte volte poco o nulla si sa di questa ricchezza aggiunta della Calabria. Bugliaro si è soffermato sulla cultura del sapere, apprezzando il ruolo della Scuola nel portare avanti simili progettualità, anche fuori dai luoghi di appartenenza. L’ Arbëresh, infatti, è presente nella vita quotidiana di tutti in ogni dove, come vicino di casa, come vicino di banco e insieme a tutti collabora alla costruzione e allo sviluppo della società.
Il prof. Adriano Mazziotti, giornalista ed esperto di tradizioni e riti albanesi, ha concentrato il suo intervento sui rapporti tra San Nilo di Rossano e San Demetrio Corone, dando spazio, con l’ausilio delle immagini, allo splendore della cultura bizantina con i capolavori artistici presenti nel territorio e soffermandosi in modo particolare sulla Chiesa di Sant’Adriano, fondata proprio da san Nilo prima dell’anno mille. Il romanzo infatti parte e si chiude attorno ad uno dei mosaici più suggestivi della antica abbazia.
Il professore emerito Giuseppe De Rosis ha sviluppato con magistrale argomentazione la tematica sentimentale che dall’inizio alla fine pervade l’opera del Cacozza. Il romanzo è ricco di luce, afferma, perché l’amore è luce e allontana l’oscurità della morte. Con una sequenza di citazioni letterarie classiche e moderne il professore ha elevato le figure dei due protagonisti Milòs ed Erina, giovani e teneri amanti, al superamento dell’amore materiale e terreno per giungere al legame possente del sentimento, che li porta, pur non più insieme, alla presenza eterna. La chiave materiale che Milòs porta al collo come ultimo dono di Erina è la chiave del cuore che unisce per sempre i due protagonisti. E l’autore usa la forza della parola per esprime tali sensazioni.
All’incontro ha partecipato l’editore dott. Settimio Ferrari che ha ribadito quanto sia difficile tale ruolo nel mondo contemporaneo, ma quanto sia gratificante essere portatore di cultura, della cultura fatta di libri e di fogli da toccare, leggere e sentire.
Lo scrittore Pino Cacozza, noto in tutta l’Arberia, e non solo, come aedo cantore del popolo arbëresh, con l’accompagnamento al piano del prof. Serafino Madeo, ha deliziato il pubblico con l’interpretazione di due canti della tradizione italo-albanese e la lettura di un racconto con la partecipazione della giovane attrice Denise Sapia.
La parte più suggestiva dell’incontro è stata quella degli interventi degli studenti con le tante domande rivolte ai relatori e all’autore come testimonianza di una presenza attiva, di una scuola laboratoriale capace di aprire la mente e costruire convivenze pacifiche e produttive. La molla che muove il mondo, e così anche il mio romanzo, ha concluso
l’autore Pino Cacozza, è l’Amore, quell’Amore bello e profumato come un fiore a primavera, che resiste solo se ha due essenzialità: la terra e l’acqua; tale è l’Amore che pervade la vita dell’uomo, che dura nel tempo solo se ha sete di Conoscenza e di Curiosità.
(comunicato stampa)