L’ Arcidiocesi di Rossano-Cariati ha condiviso con partecipazione di cuore e preghiera l’iniziativa del conferimento da parte del Comune di Rossano della cittadinanza onoraria a mons. Santo Marcianò, già Vescovo di questa chiesa e oggi Ordinario Militare per l’Italia. Il solenne momento istituzionale e civile che si è tenuto presso la Sala Consiliare del palazzo di città di Rossano è stato preceduto da un incontro informale presso il Museo Diocesano di Arte Sacra e del Codex, in cui mons. Marcianò è stato accolto dall’Arcivescovo mons. Giuseppe Satriano alla presenza dei sacerdoti della Diocesi. Un momento voluto dal padre Arcivescovo anche per consentire a mons. Marcianò di prendere visione dei lavori di restauro del Museo Diocesano da lui avviati, nonché di poter ammirare dal vivo, sfogliandolo, dopo il sapiente lavoro di restauro, il Codex Purpureus Rossanensis, oggi patrimonio dell’umanità, il cui iter di riconoscimento presso l’Unesco è stato avviato proprio dall’Ordinario Militare d’Italia nel corso del suo ministero presso la Diocesi di Rossano-Cariati. A suggello della visita mons. Satriano ha donato all’ormai concittadino rossanese, un calamaio, forgiato appositamente per l’occasione, con alla base il simbolo del Codex. Presente all’incontro anche mons. Luigi Renzo, vescovo della Diocesi di Milero-Nicotera-Tropea, tra i primi a far “innamorare” del Codex mons. Marcianò quando ricopriva la carica di vicario generale della chiesa locale. “Siamo felici e onorati del gesto fatto dall’Amministrazione comunale di Rossano – ha dichiarato mons. Satriano nel suo breve saluto nel chiostro del Museo – Oggi torna a casa un figlio di questa terra e il dono che gli abbiamo consegnato vuole essere a perenne ricordo di questa chiesa e del Codex ringraziandolo per l’amore che ha profuso attraverso la sua opera”. “Grazie a te e alla chiesa di Rossano – ha dichiarato con emozione mons. Marcianò, questa chiesa che tu rappresenti mi ha aiutato con il suo affetto a diventare più uomo e più vescovo perché non si nasce vescovi. Grazie a te – ha proseguito rivolgendosi all’arcivescovo Satriano – che sei astato artefice di questo momento. Grazie perchè mi hai chiesto di tornare e per la tua sincera amicizia e grazie a tutti voi che porto e che porterò sempre nel cuore, già Vescovo di questa chiesa e oggi Ordinario Militare per l’Italia. Il solenne momento istituzionale e civile che si è tenuto presso la Sala Consiliare del palazzo di città di Rossano è stato preceduto da un incontro informale presso il Museo Diocesano di Arte Sacra e del Codex, in cui mons. Marcianò è stato accolto dall’Arcivescovo mons. Giuseppe Satriano alla presenza dei sacerdoti della Diocesi. Un momento voluto dal padre Arcivescovo anche per consentire a mons. Marcianò di prendere visione dei lavori di restauro del Museo Diocesano da lui avviati, nonché di poter ammirare dal vivo, sfogliandolo, dopo il sapiente lavoro di restauro, il Codex Purpureus Rossanensis, oggi patrimonio dell’umanità, il cui iter di riconoscimento presso l’Unesco è stato avviato proprio dall’Ordinario Militare d’Italia nel corso del suo ministero presso la Diocesi di Rossano-Cariati. A suggello della visita mons. Satriano ha donato all’ormai concittadino rossanese, un calamaio, forgiato appositamente per l’occasione, con alla base il simbolo del Codex. Presente all’incontro anche mons. Luigi Renzo, vescovo della Diocesi di Milero-Nicotera-Tropea, tra i primi a far “innamorare” del Codex mons. Marcianò quando ricopriva la carica di vicario generale della chiesa locale. “Siamo felici e onorati del gesto fatto dall’Amministrazione comunale di Rossano – ha dichiarato mons. Satriano nel suo breve saluto nel chiostro del Museo – Oggi torna a casa un figlio di questa terra e il dono che gli abbiamo consegnato vuole essere a perenne ricordo di questa chiesa e del Codex ringraziandolo per l’amore che ha profuso attraverso la sua opera”. “Grazie a te e alla chiesa di Rossano – ha dichiarato con emozione mons. Marcianò, questa chiesa che tu rappresenti mi ha aiutato con il suo affetto a diventare più uomo e più vescovo perché non si nasce vescovi. Grazie a te – ha proseguito rivolgendosi all’arcivescovo Satriano – che sei astato artefice di questo momento. Grazie perchè mi hai chiesto di tornare e per la tua sincera amicizia e grazie a tutti voi che porto e che porterò sempre nel cuore