La Suprema Corte di Cassazione, in totale accoglimento delle richieste dell’Avv. Francesco Nicoletti, ha assolto da tutte le accuse, con la formula “perché il fatto non sussiste”, il 49enne pluripregiudicato rossanese O.G., imputato di aver violato la misura della prevenzione del Foglio di via obbligatorio con divieto di fare rientro nel comune di Catanzaro per anni tre. All’uomo si contestava anche l’aggravante della recidiva.
Impugnata la sentenza con ricorso proposto dalla difesa, era stato celebrato il processo di secondo grado dinanzi la Corte d’Appello di Catanzaro che, in accoglimento della richiesta formulata dal Procuratore Generale in discussione, aveva confermato la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Catanzaro nei confronti dell’imputato ritenendo che non sussistesse alcun dubbio sulla consapevolezza da parte di O.G. di violare le prescrizioni imposte con il foglio di via obbligatorio. Avverso quest’ultima sentenza la difesa ha proposto impugnazione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, dove i giudici della Prima Sezione, in totale accoglimento dei motivi di ricorso presentati dall’Avv. Francesco Nicoletti, hanno annullato senza rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro assolvendo l’imputato con la formula più ampia: “perché il fatto non sussiste” (Comunicato stampa).