Nonostante sia il capitolo meno ricco di spunti d’interesse investigativo, il racconto della Dia sulla presenza della ‘ndrangheta in provincia di Cosenza, permette anche nel secondo semestre del 2021, di avere un quadro dettagliato della situazione criminale nel nostro territorio provinciale.
‘Ndrangheta in provincia di Cosenza, l’analisi della Dia
«La provincia di Cosenza continua a registrare la presenza e l’operatività della cosca Lanzino-Patitucci, nonché quella degli Abbruzzese e Rango-zingari rappresentata da eredi della cosca Bruni e degli zingari con a capo elementi della famiglia Rango» scrive la Dia.
Dall’operazione “Thurium” a quella “Portofino”: cosa scrive la Dia
«Gli interessi criminali nell’area sono sempre rivolti sia alle tradizionali attività illecite quali le estorsioni, l’usura e i traffici di droga, sia agli appalti. Proprio riferita alla lotta al traffico di droga oltre all’operazione del 7 luglio 2021 denominata “Thurium” dei Carabinieri che ha portato all’arresto a Cosenza di 7 spacciatori, il 25 settembre 2021 la Polizia di Stato di Corigliano-Rossano ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare nei confronti di altri 14 soggetti ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti».
«L’operazione denominata “Portofino” ha consentito di smantellare le principali piazze di spaccio a Corigliano Rossano e ha rivelato che alcune cessioni di sostanze stupefacenti avvenivano anche all’interno di una struttura ospedaliera e talvolta con la partecipazione di minori. Le indagini avviate a giugno 2019 hanno ricostruito un vasto traffico di sostanze stupefacenti che si svolgeva prevalentemente nell’area urbana di Corigliano-Rossano, nelle piazze Portofino (da cui il nome dell’operazione), Salotto e Bernardino» proseguono gli investigatori antimafia.
«Le direttrici di approvvigionamento riguardavano non solo altre aree della provincia di Cosenza e delle province di Vibo Valentia e Reggio Calabria ma anche la Puglia e il territorio di Napoli. Ancora l’8 ottobre 2021 a Casali del Manco e Castelplanio i Carabinieri di Cosenza nell’ambito dell’operazione “Mala Presila 2020” hanno dato esecuzione ad un’ordinanza dispositiva di 4 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
‘Ndrangheta in provincia di Cosenza, la situazione nel Tirreno cosentino
«Si segnala che tra settembre e ottobre 2021 i carabinieri hanno sequestrato ingenti quantitativi di droga nel territorio di Cetraro, da sempre sotto il controllo del clan Muto per il traffico di sostanze stupefacenti così come hanno rivelato pregresse attività investigative “Frontiera” e “KataRion”, nonché diversi collaboratori di giustizia», si legge nella relazione. «Nella zona tirrenica della provincia risulterebbero tuttora attivi i clan dei Valente-Stummo a Scalea e nell’area di Paola dei Martello-Scofano-Ditto e Serpa tra loro contrapposti e dei Rango-zingari di Cosenza.
Ad Amantea invece sarebbero operative le famiglie Besaldo, Gentile, Africano, mentre i Muto risulterebbero attivi soprattutto nel traffico di sostanze stupefacenti a Cetraro».
‘Ndrangheta in provincia di Cosenza, chi opera nel versante della Sibaritide
«Sul versante jonico cosentino dalla Sibaritide fino a Scanzano Jonico sono tuttora egemoni a Cassano allo Ionio gli Abbruzzese e i Forastefano-Portoraro-Faillace, a Rossano i Galluzzi-Acri-Morfò, nonché altri gruppi locali dediti prevalentemente al traffico di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e ai correlati atti intimidatori specie nelle zone a vocazione turistica» conclude la Dia. (fonte cosenzachannel – Antonio Alizzi)