Di fronte alla complessa e gravissima emergenza del lavoro nero in agricoltura e del “caporalato” esistono ormai tre punti fermi; intanto l’assunzione di una consapevolezza nazionale sul fenomeno e sotto questo profilo l’iniziativa di categoria nazionale unitaria del 25 giugno a Bari – alla quale nutrita è stata la partecipazione della Fai Cisl calabrese – ha costituito il punto di arrivo ed allo stesso tempo quello di partenza di una mobilitazione che ci vedrà in prima fila fino a quando non ci saranno risposte normative certe e definitive.
Poi va letta con estrema soddisfazione la circostanza dell’approvazione al Senato nei giorni scorsi del Ddl contro il caporalato, ora è necessario giungere all’approvazione definitiva ed è per questo che il prossimo 13 settembre la Fai Cisl, assieme alle altre sigle sindacali, sarà impegnata in un incontro con il Presidente della Camera, Laura Boldrini, per sollecitare un iter parlamentare che deve essere spedito. Infine – e non certo per ordine di importanza – l’azione costante e quotidiana della Guardia di Finanza e delle forze dell’ordine che in questi mesi stanno mettendo a segno importanti risultati investigativi con l’individuazione di quelle aziende che operano in regime di illegalità, che disprezzano i più elementari diritti dei lavoratori, che agiscono attraverso l’intermediazione abusiva e criminale dei caporali. Preoccupano molto, ma non ci sorprendono, i collegamenti – documentati in Calabria nell’ultima operazione della Guardia di Finanza di Montegiordano – tra lavoro nero e sottopagato, caporali e organizzazioni criminali. Ecco perché esprimiamo tutta la nostra gratitudine nei confronti della magistratura e delle forze dell’ordine il cui lavoro è essenziale per difendere il lavoro e la sua dignità dai predatori di qualsiasi elementare diritto. La FAI Calabria lancia, dunque, un appello a tutela di tutto il settore agricolo regionale perché è necessario ripartire insieme con tutti gli attori del settore primario. Proponiamo l’avvio di un tavolo regionale di settore con le Istituzioni e le forze politiche regionali per rafforzare – in Calabria – il Patto del Viminale; il contrasto ad una piaga sociale antica e radicata va portato avanti assieme a tutti gli attori del comparto agricolo. In questo contesto sarà necessario rafforzare e migliorare l’adesione delle aziende agricole calabresi alla “Rete del Lavoro Agricolo di Qualita’ “, strumento decisivo per la certificazione etica del lavoro nel comparto e per la valorizzazione del territorio e delle produzioni locali. Dobbiamo dare voce al territorio, tutelare e valorizzare il lavoro di qualità e in particolare quelle aziende che assumono e rispettano i lavoratori applicando il contratto di lavoro e le norme vigenti in materia di sicurezza; da questo punto di vista il sostegno al settore primario va fatto tramite politiche innovative ed i Fondi del Piano di Sviluppo Rurale vanno interpretati attraverso i criteri della dignità del lavoro, dei diritti dei lavoratori, del profilo delle aziende che operano in una cornice di piena legalità. Michele Sapia – Segretario generale FAI Cisl Calabria