La libertà di costruire…a proprio piacimento, racconto di Martino A. Rizzo

Corigliano-Rossano – Ci fu un tempo in cui i Rossanesi, tra le tante libertà riconosciute ai cittadini dal sistema giuridico, potettero usufruire anche della «libertà di costruire» come meglio aggradava loro.

Ne parla in modo dettagliato questo articolo della «Nuova Rossano» del 15 febbraio 1968 che si riporta integralmente.

«Non è da disconoscere che lo sviluppo edilizio alla Stazione di Rossano prosegua a passi da gigante. Basta farvi una capatina in un giorno qualsiasi della settimana anche festivo per aver l’impressione di trovarsi in mezzo ad un cantiere di lavoro. Dovunque, dappertutto si costruisce; basta possedere un qualsiasi appezzamento di terreno perché su esso nasca una casa o un palazzo; basta possedere un pianterreno comunque ubicato, o costruito, perché in un qualsiasi giorno festivo si trasformi e si sviluppi in altezza. Dobbiamo senz’altro essere fieri di questi ardimentosi concittadini simili a dei cavalli sfrenati che non conoscono ostacoli. Ma quale ostacolo può presentare, ad esempio, una strada al sorgere di una casa?  Resti una strada di due metri, resti di dieci è la stessa cosa! È proprio necessario pensare ad un eventuale spazio verde fra due strade? Se a tanto si pensasse, gli stabili non si addosserebbero e gli inquilini non potrebbero scambiare una parola tra di loro, né potrebbero tendersi la mano i fidanzati! Così lo sviluppo edilizio continua e speriamo che nessuno lo fermi: sarebbe una rovina!

Speriamo che non venga in mente alla Commissione Edilizia di prendere visione oltre che dei progetti, quando vengono presentati, anche del suolo ove ubicare il costruendo edificio. Speriamo che non venga in mente alle Autorità preposte di fare osservare un piano regolatore! Speriamo che a qualcuno che percorra in macchina via Margherita o Chiubbica non venga in mente di addentrarsi nell’interno (a piedi, ché in auto non potrebbe andarci, lo avvertiamo), non lo faccia, per carità, perché potrebbe essere tentato, sia pure per un istante, di gridare “Bisogna assolutamente abbattere”, sempre che ne abbia il tempo di dirlo, perché certe esalazioni da rifiuti immessi sulle stradette potrebbero togliergli il fiato! Speriamo che non si controllino gli innesti delle acque luride in certi canaloni, perché perderemmo la gioia degli stessi. Speriamo che lo sviluppo edile continui con la stessa mentalità di oggi altrimenti correremmo il rischio di fare della Stazione di Rossano una cittadina moderna!».

Era il 1968 e così il giornale cittadino, con coraggiosa e cruda ironia, descriveva il caotico sviluppo urbanistico che si registrava in quei tempi allo Scalo. E pensare che già ai tempi del podestà fascista Ignazio Pisani, negli anni ’20 del secolo scorso, c’era il rammarico per la mancata predisposizione di un piano regolatore per la borgata Stazione. Ma all’epoca non se ne fece nulla e neanche negli anni successivi, mentre si assistette agli ingegneri e ai costruttori che divennero consiglieri comunali, assessori e perfino sindaci e così potettero meglio promuovere, ognuno dal di dentro dell’Ente Comunale, i propri interessi particolari. Bisognerà aspettare il duemila per avere la definizione di un mega disegno di sviluppo urbanistico, ma purtroppo ormai tutti i buoi erano scappati ed era abortita qualsiasi occasione di crescita equilibrata della città.

Pertanto rileggere oggi questo articolo della Nuova Rossano, del lontano 1968, non può che destare l’ammirazione per il nostro giornale cittadino che dimostrò di essere una efficace, e purtroppo non ascoltata, Cassandra che denunciava senza remore quel modo disorganico di procedere che in realtà altro non era che la possibilità per ognuno di farsi urbanisticamente i “cavoli propri”.

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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