La montagna di Rossano: una miniera abbandonata, racconto di Martino A. Rizzo

Quant’è bella la montagna di Rossano, un polmone verde alle spalle del Centro Storico affacciato sul mare Jonio! Una miniera dalla quale si potrebbero estrarre mille opportunità di sviluppo, ma che è abbandonata e non sfruttata.

Invece come non chiudere gli occhi e immaginare di andarci per immergersi in rifugi dai quali partire per tanti sentieri segnalati, ordinati, puliti attraverso i quali entrare nel silenzio di verdi boschi per osservare quanto di bello offre la natura e godersi anche le visioni incantevoli che fanno capolino tra le cime degli alberi.

Per vari decenni, la montagna ha rappresentato per i rossanesi un’oasi nella quale rifugiarsi. Tra la fine dell’800 e i primi decenni del ’900, estivarvi era una prerogativa dei nobili e delle famiglie importanti: Martucci, de Rosis, Pisani, Labonia, Sorrentino, de Falco, Amarelli, Joele, Rizzuti avevano tutte il loro casino nella Piana Vernile e nei suoi dintorni dove venivano a ripararsi dalla calura estiva restandoci fino alla vendemmia.

Villa Martucci

Successivamente, negli anni ’60 iniziarono anche i non-nobili a costruirsi la loro villetta in montagna e Luigi Orlando vi realizzò quel grande complesso, ora in disfacimento, con molti appartamenti e un bar con ristorante che divenne un punto di grande aggregazione e dove si svolgevano anche feste serali allietate da “i Pipistrelli”.

Qualche anno dopo fu realizzato un bar-pizzeria alla Piana dei Venti e nelle serate afose di agosto erano in tanti che vi si recavano per sfuggire al caldo e trascorrere una serata piacevole al fresco.

La terza fase della montagna è invece quella dell’abbandono: case chiuse, nessun bar aperto e spazzatura tra gli alberi e ai bordi delle strade.

Perciò sarebbe importante lavorare per una nuova fase di risveglio della montagna che non può che essere quella dell’ecologia, della riscoperta della natura, del potersi gustare gli stupendi panorami che offre questa terrazza verde sul mare. Insomma un luogo da dove è possibile incamminarsi su un sentiero, staccare con la confusione e il rumore, entrare nel silenzio dei boschi, osservare e apprezzare l’ambiente con le sue bellezze fatte di foreste, ruscelli, laghetti.

Quanti percorsi potrebbero partire dalla baita del Rinacchio! Quanti sentieri potrebbero partire dalla baita della Finaita! E invece questi ricoveri che si trovano in angoli suggestivi della montagna e che potrebbero diventare le basi per delle amene passeggiate, luoghi di ristoro per gli escursionisti, sono chiusi e destinati al degrado. Sono proprietà della Regione o di qualche ente regionale che nemmeno sa di averli e se ne disinteressa completamente. La baita del Rinacchio qualche anno fa era stata ristrutturata mentre oggi è in completo stato di abbandono e preda dei saccheggiatori. Invece dei locali comunali, sempre al Rinacchio, ormai chiusi da tempo, è meglio non parlare perché sono un’offesa all’idea stessa di montagna.

Per fortuna, il Club Trekking Corigliano Rossano, col suo instancabile presidente Lorenzo Cara supportato dalla valida guida Luigi Arcovio, è sempre attivo nel cercare di far avvicinare le persone alla montagna facendo conoscere loro gli angoli più affascinanti. Ma sono soli, una goccia nell’oceano, senza alcun riconoscimento istituzionale e nessun ausilio. Possono contare solo sulla loro buona volontà e quella degli altri soci appassionati del trekking che ogni domenica si mettono in marcia per gli antichi cammini che una volta frequentavano solo i montanari.

Il Club trekking Corigliano Rossano

Sempre per fortuna, arrivano “i forestieri” a impartirci lezioni. Nel 2009 le Monache Agostiniane sono arrivate dall’Eremo di Lecceto, un antico monastero agostiniano nelle vicinanze di Siena, e sono approdate alla Piana Vernile restando affascinate da questi luoghi. Così hanno ristrutturato il vecchio seminario e dato inizio a un nuovo monastero rossanese che in poco tempo è diventato un importante centro di aggregazione e di ospitalità.

La sede delle Monache Agostiniane

Sopra la Crocicchia, invece, una famiglia straniera con nessun legame con Rossano ha acquistato una proprietà e vi si è insediata in modo permanente riconoscendo alla nostra montagna quell’importanza, quella bellezza e quel valore che a noi sfuggono.

Martino A. Rizzo 

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo è un grande curioso di storie e avvenimenti rossanesi,

coriglianesi e più in generale calabresi e gli articoli che prepara per Informazione & Comunicazione non sono altro che il risultato delle ricerche utili a soddisfare queste sue curiosità.

Frutto di tale attività è stata anche la realizzazione del sito www.AnticaBibliotecaCoriglianoRossano.it

che ormai si è meritato un posto di rilevo tra i siti contenenti libri, articoli e fotografie sulla Calabria,

tutti liberamente scaricabili.

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