Anche pezzi di volontariato “lucrano”
Il documento-denuncia del movimento Stop Animal Crimes Italia trascina nel fenomeno pezzi della stessa società civile: «C’è anche una parte del “volontariato” che sui randagi lucra, oltre a farsi la guerra per il controllo del territorio, sporcando il nome di molti altri attivisti onesti, estendendo il randagismo piano piano anche al nord. Siamo certi che la lotta al randagismo, mucca da mungere per molti enti “animalisti” tradizionali che nulla hanno mai fatto, convinti che dalle Regioni non arriverà mai nulla di buono (basti vedere la tarantella dei commissari ad acta) debba partire dai Sindaci». Per il randagismo esistono progetti in grado di fronteggiare l’attuale emergenza: occorre dare attuazione a «una serie di punti contemporaneamente, mediante la collaborazione tra Enti Pubblici e Animalisti. Inutile sterilizzare se non si censiscono i cani sul territorio, inutile fare campagne di microchippatura se le Polizie Locali continuano a non sanzionare, inutile segnalare maltrattamenti di animali se poi non si fanno i sequestri e le denunce e le Procure trattano i procedimenti come reati di serie Z, inutile recuperare cani se mancano i canili sanitari, ecc.. Il movimento coinvolgerà i Sindaci calabresi al fine di iniziare un percorso serio e risolutivo ed è pronto a denunciare da subito ogni omissione e disinteressamento ossia ostacolo al lavoro di centinaia di volontari che puntualmente si sostituiscono alla Pubblica Amministrazione pagata e all’uopo deputata».