Il progetto, sostenuto dalla Unipromos – associazione di promozione sociale, presieduta dal calabrese Domenico Mamone – volta alla sensibilizzazione su tematiche legate alla cultura della legalità e al contrasto delle dipendenze patologiche, vede come soggetto attuatore l’associazione “Sibari città del sole”, si propone l’obiettivo di fornire informazioni e rafforzare gli strumenti di difesa degli adolescenti, soggetti maggiormente a rischio poiché più fragili e più esposti ai pericoli delle dipendenze patologiche.
A introdurre i lavori il Dirigente scolastico Pietro Antonio Maradei il quale, dopo aver salutato e ringraziato gli organizzatori, ha ricordato come da sempre i licei di Corigliano siano impegnati in progetti mirati a salvaguardare l’integrità fisica e morale dei suoi studenti. Presente l’assessore all’Istruzione e ai Servizi sociali, Donatella Novellis, che dopo i saluti istituzionali anche a nome del Sindaco Flavio Stasi, si è complimentata con l’Organizzazione per l’importantissima iniziativa. «I giovani sono il futuro» – ribadisce l’assessore Novellis che rivolgendosi alla platea afferma: «Siate guida per i vostri amici più fragili. La scuola è faro di crescita e strumento di emancipazione».
Ha preso poi la parola il Coordinatore generale del progetto Benedetto Di Iacovo che, dopo una disamina dei pericoli delle dipendenze, ha esposto la mission di tale importante attività nelle scuole, non solo della Calabria, ma anche della Sicilia e del Lazio. «I giovani hanno il diritto alla felicita e al futuro -ha esordito- ma hanno il dovere di essere liberi da ogni forma di dipendenza patologica. È anche questo il senso – ha sottolineato Di Iacovo- della somministrazione agli studenti di un questionario in forma anonima per cercare di far emergere e monitorare eventuali dipendenze negli istituti scolastici, che intendiamo prevenire e contrastare, perché a primeggiare sia la legalità e la tutela della salute».
La professoressa Rosa Boragina, referente del bullismo e cyberbullismo per i licei di Corigliano, ha approfondito tale problematica che affligge le comunità scolastiche, spiegando come non solo il bullo, ma anche gli atteggiamenti omertosi di chi gli sta intorno, rendono tutti egualmente colpevoli nei confronti della vittima. Sindrome di hikikomori, nomofobia, attacchi di panico, depressione e una crescente e radicale solitudine, questi sono i disturbi provocati dalla dipendenza da internet, su cui si è soffermata la professoressa Annagiulia Lo Giudice, sottolieando come le ore giornaliere di connessione siano in continuo aumento, circa 7-8 ore, diminuendo drasticamente il tempo della comunicazione verbale diretta.
A chiudere i lavori il dottor Giuseppe Clausi -responsabile tecnico del progetto – che ha spiegato i termini del sistema relativo all’attivazione di una community virtuale, attraverso la quale gli studenti e docenti interagiranno con metodologia di peer education con la finalità di operare attività di interscambio di materiale informativo allo scopo di prevenire e contrastare ogni forma di dipendenza. (comunicato)